E scoppia una nuova tempesta in una tazzina di caffe…

Ancora una volta i consiglieri della Lega Lombarda (ammesso che di padano sia rimasto qualche cosa nel partito di Salvini) del Comune di Bergamo si producono nell’ennesimo comunicato per stigmatizzare questa volta la screening anti Covid offerto gratuitamente dal Centro Sociale Pacì Paciana a tutti i cittadini di Bergamo.

L’iniziativa appare assai interessante soprattutto per quelle persone che non avendo i mezzi economici necessari non sono in grado, pur avendone la necessità, di procedere a fare i tamponi a pagamento.

E sì, perché nella ricca e industriosa Lombardia, amministrata proprio dalla Lega, i tamponi non sono né garantiti a tutti né gratuiti (come dovrebbe essere per salvaguardare la salute pubblica). Anzi sono spesso società private che per un obolo (dai 30 ai 120 euro) si propongono di realizzare questi test fondamentali. E questo sin dalle prime fasi della pandemia quando addirittura i test non si facevano perché la regione pretendeva che fosse utilizzato un solo tipo di test autorizzato da lei (cosa su cui la magistratura potrebbe utilmente indagare visti gli scandali che hanno coinvolto i vertici regionali e molti amministratori locali del centrodestra, ultimo il sindaco di Opera che anche la Lega sosteneva).

Che i tamponi siano affidati, a pagamento, a dei privati è in linea con la privatizzazione spinta del sistema sanitario.

Eppure con la crisi pandemica sono venute in evidenza le contraddizioni del modello misto pubblico – privato, che la riforma sanitaria promossa da Maroni vorrebbe ulteriormente sviluppare in senso liberista. Infatti uno dei due soggetti, quello privato, per sua natura e obiettivi, non risponde subito e la sua disponibilità è incerta, sempre da verificare. Pertanto il Sistema Sanitario Regionale (SSR) deve sottostare alla volontà dei soggetti privati, la cui disponibilità poi ad offrire servizi extra-contratto costa ancora di più al SSR, o ai cittadini, in termini sia di risorse di tempo spese nella negoziazione sia di risorse finanziarie per il carico economico aggiuntivo del servizio richiesto (nel caso dei tamponi a carico addirittura dei cittadini).

Insomma alla prova dell’emergenza il modello del Sistema Sanitario Regionale della Lombardia, come viene denominato nella normativa regionale per sottolineare la sua diversità rispetto a qualsivoglia altro Servizio Sanitario regionale del nostro SSN, ha mostrato, usando degli eufemismi, una certa rigidità, lentezza di risposta, ed è molto più costoso (ovvero è miseramente naufragato).

Ora che coloro che sono stati i fautori di questa privatizzazione disastrosa e che, tra gli altri, non hanno attivato la zona rossa in Val Seriana (cosa che è costata ai bergamaschi non pochi lutti), che non sono stati in grado di gestire la crisi pandemica e nemmeno un sistema serio di prenotazioni della fase vaccinale, che hanno probabilmente amministratori ai vari i livelli coinvolti nella cattiva gestione, a iniziare dal presidente Fontana su cui grava anche un’inchiesta, si mettano a sproloquiare sulle “proposte ed iniziative estemporanee e improvvisate che dovrebbero invece essere organizzate con tutti i crismi e parametri” rasenta il comico, se non cadesse nel tragico.

Ben vengano quindi le iniziative come quella del Pacì Paciana e della Brigata Sanitaria Soccorso Rosso; se dall’alto arrivano solo incapacità e disorganizzazione è bene che i cittadini si organizzino e tentino di dare una risposta concreta ai bisogni, in particolare di coloro che sono precipitati nelle nuove povertà in conseguenza del disastro economico provocato dalla pandemia.

Vogliamo tamponi gratuiti per tutti.

Al Pacì Paciana va tutta la nostra solidarietà ed appoggio, alla Lega lasciamo la nostra indignazione uguale a quella di migliaia di bergamaschi feriti negli affetti più cari a causa della loro manifesta inettitudine mostrata.

Mai come in questo caso “un bel tacere non fu mai scritto”.

Bergamo, 12.04.21

Pia Panseri, Coordinamento territoriale per il Diritto alla Salute (BG)

Francesco Macario, segretario Prc/Se di Bergamoe provincia