di Ezio Locatelli (Direzione nazionale Prc/Se)
La montagna sopra Tavernola Bergamasca, prospiciente il Lago d’Iseo, sta venendo giù. Una massa enorme di rocce e materiali terrosi quantificata in un milione di metri cubi si sta staccando dal Monte Saresano mettendo a rischio l’abitato, le acque del Senino, l’incolumità delle persone. Chiuse le strade, evacuate case, chiuso lo stabilimento del Cementificio, sospese le attività di cava, isolato il comune di Parzanica in attesa del peggio. Una “situazione grave” per usare le parole del sindaco di Tavernola.
Mai come questa volta possiamo gridarlo forte: l’avevamo detto, denunciato a più riprese nel corso di un’aspra battaglia portata avanti con le comunità locali contro le attività smodate di estrazione della marna di cemento. Una battaglia durata quasi 15 anni, a partire dall’85, portata avanti tra minacce e aggressioni varie, prima in qualità di consigliere provinciale di Democrazia Proletaria e poi di consigliere regionale di Rifondazione Comunista.
Le attività estrattive, di produzione oltre che speculative del Cementificio hanno goduto della copertura di chi doveva e poteva (Regione Lombardia in testa) porre un limite al saccheggio delle risorse e alla distruzione ambientale con la solita scusa che tutto ciò andava a beneficio dell’occupazione.
Questo è il risultato disastroso con cui, prima o dopo, si doveva fare i conti. Gli anziani di Tavernola, Parzanica, Vigolo lo sapevano e lo dicevano. Purtroppo è sempre la solita storia: sull’altare del profitto si è disposti a sacrificare tutto fino a che ci si trova di fronte all’irreparabile. Una storia che deve finire. Per questo non bisogna mai smettere di lottare in difesa dell’ambiente e della giustizia sociale. (25.02.21, Ezio Locatelli, Direzione nazionale Prc/Se)