MA RYANAIR AMA BERGAMO?


Si prova una certa pena a leggere una serie di articoli che celebrano l’inaugurazione di della 4° e 5° rimessa della Ryanair all’aeroporto Caravaggio di Milano (come appare sui cartelloni dei voli nei vari aeroporti europei).

Non solo per il tono agiografico, al limite del ridicolo, che ben illustra la piaggeria di certi “giornalisti” embedded, ma soprattutto per le immagini che li correlano in cui appaiono una serie di amministratori comunali (tra cui il sindaco Gori) e della società aeroportuale SACBO in tutina aziendale della Ryanair. Un’immagine che ben chiarisce chi comanda, e chi obbedisce, in questa città, in questa provincia e forse anche oltre, vista la presenza del ministro alle infrastrutture Salvini.

Ma questo lo chiarisce già l’incipit dell’articolo del più diffuso quotidiano orobico che riporta la forte affermazione rivolta a Ryanair del ministro Salvini: “Voi continuate a investire in Italia, noi vi spalanchiamo le porte di comuni, Provincie, Regioni e Ministeri, impegnandoci a sostenere ed accompagnare lo sviluppo senza intervenire con nuove tasse”

A ragionarci su stupisce sempre che in un paese dove non ci sarebbero i soldi per cui ti fanno lavorare sino a 67 anni, in cui la sanità ormai te la devi pagare, in cui si taglia l’istruzione e i sussidi a chi è in difficoltà su lavoro e casa, poi per sostenere lo sviluppo di un’azienda privata (nel caso irlandese) i soldi (come per la guerra in Ucraina) si trovano sempre.

Ma quello che più impressiona è che nessuno riesce a spiegare le ragioni del successo del modello low cost di cui è campione Ryanair. Un successo determinato – basta una breve ricerca in rete per capirlo – da finanziamenti pubblici, sistemi aziendali discutibili (a iniziare dai rapporti contrattuali e retributivi dei dipendenti), una molto sbrigativa attenzione alle comodità dei passeggeri e alle ricadute ambientali. D’altro canto Salvini ha ben chiarito che la soluzione a tutti i problemi è la “partnership tra pubblico e privato”. Se non fossimo a Bergamo, visti i fallimenti cosmici di questo modello, declinato in chiave neoliberista, ci potremmo anche ridere sopra, ma da noi gli effetti dell’intervento del privato, voluto da Formigoni e dalla Lega, lo stiamo vedendo nel settore sanitario e lo abbiamo, fin troppo crudamente, appena misurato nell’emergenza sanitaria del Covid.

L’accento è stato invece messo sull’occupazione, sul suo contributo al PIL orobico, alla crescita del turismo (dimenticandosi di qualificarlo come turismo mordi e fuggi) e dell’università, in sostanza sul modello di sviluppo che la classe dirigente locale ha adottato, in simbiosi con lo sviluppo dell’aeroporto. Aeroporto, che ricordiamolo è all’80% utilizzato da aeromobili a marchio Ryanair e quindi da esso totalmente dipendente.

Relegate invece in secondo ordine le blande proteste di qualche amministratore preoccupato per le ricadute ambientali di questo modello di sviluppo. Certo Salvini ha chiarito che si impegnerà per realizzare una migliore sostenibilità dell’aeroporto “senza il bisogno di nuove tasse sul kerosene, la messa fuori legge delle auto a combustione interna o le penalizzazioni della logistica”, cose che tra l’altro non si capisce cosa centrino con l’aeroporto. Ora, senza disturbare la moglie ubriaca e la botte piena, si può solo costatare che Orwel non era uno scrittore, ma un profeta.

Insomma procediamo speditamente all’ulteriore e fantastico sviluppo di questo modello economico, in salsa orobica, che però annaspa in tutto il resto del mondo e i cui limiti sociali ed ambientali sono ormai sempre più tragicamente evidenti. Contraddizioni rese esplosive dall’aumento dei costi determinati dalla guerra in Ucraina e dai futuri incipienti contrasti internazionali. Una strada che non è difficile pronosticare porta verso un baratro.

Ma la classe dirigente e istituzionale di questa città (anche nelle accezioni formalmente più critiche) sembra ricambiare l’amore di Ryanair e quindi, come pifferai magici. sembra sempre più decisa a proseguire su questa via.

A noi non resta che domandarci sino a quando i cittadini si faranno ancora incantare.

Francesco Macario, Segretario provinciale PRC-UP di Bergamo

Marco Sironi, Consigliere comunale della lista “Sinistra per un’Altra Seriate”

Bergamo, 8 marzo 2023