COVID. STRAGE DI BERGAMO: per una vera commissione parlamentare d’inchiesta. Diretta streaming (11.12.2021)

INVITO A CONFERENZA STAMPA. Presentazione del Convegno “Covid. STRAGE DI BERGAMO: PER UNA VERA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA”.

Venerdì 10 dicembre, ore 11.30. Conferenza stampa di presentazione del convegno regionale promosso da Rifondazione Comunista (Bergamo, sabato 11 dicembre ore 15.30, Centro La Porta – Via Giovanni XXIII, n. 30)

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IL COMPAGNO PIERLUIGI POLI CI HA LASCIATO

[Venerdì 17 dicembre alle ore 14.30 presso il cimitero di Bergamo commemoriamo il compagno PIERLUIGI POLI – 15.12.2021]
 
Un altro compagno ci ha lasciato: Pierluigi Poli, classe 1945, iscritto a Rifondazione Comunista dalla nascita del partito, prima al circolo della Grumellina e poi a quello di Dalmine.
 
Di professione operaio, è stato sempre presente nelle lotte politiche e sindacali per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Compagno disponibile, non è mai mancato il suo importante contributo alle feste del partito.

La sua militanza è stata importante in tutte le iniziative che il partito ha organizzato sulle tematiche del lavoro, dell’ambiente e dei diritti sociali e civili, non mancando mai a nessun banchetto e volantinaggio.
 
Di carattere franco e schietto, ha sempre portato il suo contributo, anche critico, durante le discussioni del circolo.

Ci mancherai caro compagno Poli (come amavi essere chiamato) e sarai sempre con noi nelle nostre lotte per costruire un mondo migliore.

Che la terra ti sia lieve.

Un abbraccio alla moglie Santina e alla figlia Barbara.
 
Seguiranno comunicazioni sulla commemorazione funebre.

I compagni e le compagne di Rifondazione Comunista – circolo di Dalmine e federazione provinciale

Dalmine, 9 dicembre 2021

La scomparsa del compagno LUIGI MAGNI

LUIGI ci ha lasciato nel pomeriggio di ieri sabato 4 dicembre. La sua salma è ora esposta presso la Casa del Commiato in Via 25 Aprile 5 ad Osio Sotto. Qui lo saluteremo tutte e tutti insieme per l’ultima volta MARTEDI’ 7 DICEMBRE alle ORE 10.30

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Apprendiamo con grande dolore della scomparsa del Compagno Luigi Magni della Federazione provinciale di Rifondazione Comunista Bergamo e provincia.

A nome di tutto il Partito della Rifondazione Comunista della Lombardia esprimiamo le più sentite condoglianze e ci stringiamo alla famiglia e alle/i amiche/i ed ai Compagni della Federazione per la perdita di Luigi.

Che la terra ti sia lieve caro compagno. (Milano, 5 dicembre 2021,Prc/Se segreteria regionale della Lombardia)

CIAO LUIGI

Ho appena appreso della scomparsa di Luigi Magni, compagno della prima ora di Rifondazione Comunista di Bergamo. Luigi, ex operaio, omone gande e buono, aveva 84 anni.

Finché ha potuto è stato uno dei compagni che più ha partecipato alla vita politica del partito. Lo ha fatto con grande dedizione e generosità nel ruolo, per lunghi anni, di segretario del Circolo di Osio Sotto nonché di membro degli organismi provinciali di partito. Luigi, nella sua semplicità ma anche nella sua determinazione, non mancava mai di intervenire. Lo faceva per lo più sulla base di interventi scritti che una volta svolti mi venivano consegnati a dimostrazione di un’applicazione personale non di poco conto.

Sono scritti che conservo ancora oggi per rispetto di un compagno che ha fatto fino in fondo la sua parte per migliorare questo mondo. Con lui scompare un amico caro oltre che un compagno nel senso pieno del termine. In questi ultimi dieci anni di mia permanenza a Torino non mancava mai di chiamare alla vigilia delle feste di fine anno per fare gli auguri e ricordare il nostro sodalizio politico. Ci teneva, giustamente, a ricordare il tanto lavoro fatto insieme per dare vita a Rifondazione Comunista in una provincia bianca.

Questa chiamata non ci sarà più ma rimarrà forte il pensiero e il legame per un compagno che è stato importante nella vita politica, e non solo, di tanti di noi. (Ezio Locatelli, 4 dicembre 2021)

LUIGI MAGNI, UN COMPAGNO GENEROSO…

Ultimamente ci sentivamo solo per telefono viste le sue precarie condizioni fisiche dovute all’età che gli impedivano di partecipare attivamente alla vita politica del partito e del suo.terrotirio, come aveva fatto per tutta una vita di vero militante Comunista.

Fino a pochi anni fa riusciva, accompagnato dal compagno Ettore Ghifotti, a venire alle feste e al ricordo del partigiano Brach ad Endine ad agosto. Poi le uscite si sono fatte più rade. Luigi, il primo a sinistra nella foto, è stata una delle figure principali della federazione bergamasca del Partito della Rifondazione Comunista. Della classe del 1937, da sempre profondamente radicato nella sua Osio Sotto, allo scioglimento del Partito Comunista Italiano, non accettando la sciagurata svolta occhettiana, aderì da subito convintamente a Rifondazione Comunista. Per Luigi il partito era un pezzo fondamentale della sua vita, una missione a cui dedicarsi per migliorare il territorio in cui viveva, le condizioni delle classi popolari e per costruire un altro mondo possibile.

Quando ero Segretario provinciale usava mandarmi in anteprima i suoi discorsi da tenere ad un’assemblea o a una riunione degli organi dirigenti, al fine di avere il mio parere. Erano lunghi fogli a quadretti scritti a mano in bella scrittura, come si faceva una volta, che nel linguaggio semplice dimostravano l’enorme profondità di quella classe operaia, da cui lui orgogliosamente proveniva, che voleva diventare classe generale capace di cambiare lo stato di cose esistente. Lui non lo ha mai saputo, ma piu volte dai suoi scritti ho preso spunto per le mie relazioni. Luigi leggeva tantissimo, specialmente la stampa Comunista come il nostro giornale Liberazione di cui era instancabile lettore e difensore. Nel periodo di Genova, nei primi anni del secolo nuovo, Luigi, per il suo modo diretto e immediato, entrò nel cuore dei/le giovani/e comunisti bergamaschi/e. Ragazzi di meno di vent’anni che apprendevano da lui, che poteva essere loro nonno, la passione per la militanza politica e per la lotta.

Compagno Luigi, tu rimarrai sempre nelle nostre lotte. Che la terra ti sia lieve. (04.12.2021),Marco Sironi per i compagni della federazione provinciale e del circolo di Dalmine del Prc)

Ciao Compagno e amico Luigi, è passato tanto tempo da quando nella bassa bergamasca, lottavamo per cambiare le cose; ma il tuo carisma, il tuo essere Comunista ha sempre, anche oggi, condizionato in positivo il mio essere Comunista.

Ciao Compagno, martedì sarò lì al tuo fianco per un ultimo saluto a pugno chiuso. (Davide Canto, 05.12.2021)

PROGETTO TRENO PER L’AEROPORTO DI ORIO

COMUNICATO

In una comunicazione del 12 gennaio 2007 il Consiglio della allora Circoscrizione n.6, comprendente le aree comunali ora interessate dal progetto commissariato del cosiddetto Treno per l’aeroporto di Orio, chiedeva con testo approvato all’unanimità “che nelle ultime aree libere o dismesse, si eviti di collocare attività incompatibili con la vivibilità dei quartieri a vocazione prettamente residenziale perché le grandi opere non sono l’affermazione della qualità della vita”.

La stessa Circoscrizione n.6, che pure aveva dato parere favorevole nel 2008 all’idea e al percorso del futuro treno (ma non al progetto, all’epoca non ancora esistente), ha più volte richiesto al Comune di farsi promotore di un Piano d’Area, aperto al pubblico nella forma di bilancio partecipativo e realizzato con la partecipazione di tutte le componenti presenti sul territorio, quali comitati di cittadini, forze politiche, istituzioni, attività economiche, investimenti imprenditoriali, etc., per programmare lo sviluppo urbano della città di Bergamo includendovi corridoi ecologici ed aree a verde, mantenimento delle caratteristiche autonome dei quartieri etc. .Piano d’Area mai nemmeno impostato dalle amministrazioni comunali che si sono succedute da allora.

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(02.12.21) CARAVAGGIO (bg). “La salute e la privatizzazione della sanità in Lombardia”. ASSEMBLEA PUBBLICA

LA SALUTE DIRITTO FONDAMENTALE DI OGNI ESSERE UMANO

E’ uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale” della persona, oltre che “assenza di malattia e infermità”. “ Il godimento del più alto livello raggiungibile di salute è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano, senza distinzione” (Atto costitutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’- OMS 1946).

L’OMS affida la tutela della salute alla responsabilità dei Governi, che operano tramite Servizi Sanitari Nazionali (SSN) fondati sui principi di equità, partecipazione, prevenzione. I SSN sono organizzati e intervengono seguendo un metodo multidisciplinare, perché considerano la persona nella sua totalità e non la sua singola malattia. I SSN sono essenziali per la vita quotidiana dei cittadini, per lo sviluppo sociale ed economico di un Paese, di cui sono lo specchio.

In sintonia con questo, l’art. 32 della Costituzione (1948) dice : “ la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

Nel 1978 la Legge 883 istituisce il nostro SSN. Suo compito è la tutela della salute e la prevenzione della malattia, prima della cura, con la partecipazione dei comuni alla gestione delle Unità Sanitarie Locali (USL) e l’aiuto della medicina territoriale. I suoi interventi dovranno essere gratuiti e finanziati dalla “tassazione generale”.

Le sofferenze della seconda guerra mondiale, da poco conclusa, coi suoi 60 milioni di morti, avevano indotto consapevolezza e insegnato socialità e diritti.

Ora l’interesse individuale, sotto la spinta della competizione, li misconosce.

A cavallo degli anni 70/80, la teoria economica liberista (prima e sempre il massimo profitto; mercato libero senza regole) viene sperimentata per la prima volta nel Cile del dittatore Pinochet, non a caso. Essa si fa strada negli USA di Reagan e nell’Inghilterra di M. Thatcher per la quale “non esiste la società, ma solo gli individui”.

Col liberismo, l’iniziativa privata, la concorrenza e il mercato modificano le priorità dell’OMS. Anche in Italia si fanno spazio nei programmi sulla salute e modificano il SSN istituito dalla legge 833/78.

LA SANITA’ (STRUTTURE E PRESTAZIONI SANITARIE) NON E’ UN’AZIENDA

> LA SANITA’ PUBBLICA punta allo stato di salute e benessere di tutte le persone. Si fonda sul principio che prevenire è meglio che curare e quindi sulla prevenzione della malattia, sulla ricerca delle cause e dei fattori di rischio ambientale al fine di rimuoverli, sull’educazione alla salute. La cura viene dopo.

> LA SANITA’ PRIVATA punta a fare il maggior numero possibile di prestazioni sanitarie per guadagnare il massimo possibile sulla malattia. Non è interessata alla prevenzione. Se riduci la malattia, riduci il mercato delle cure e con esso i profitti. La salute diventa una merce da vendere.

L’ AZIENDALIZZAZIONE E L’ORIENTAMENTO AL MERCATO DEL SSN

Sono caratteri tipici della Sanità privata. Con i Decreti L. 502/92 e 229/99 entrano nel SSN. Le Regioni acquistano competenze e responsabilità. Le USL sono sostituite dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL) e dalle Aziende Ospedaliere (AO) che operano separate dai territori e assorbono la maggior parte delle risorse economiche. Le “strutture sanitarie” private, “accreditandosi” presso le Regioni, entrano in concorrenza “truccata” col settore pubblico, trasformandolo gradualmente di fatto in un supporto del “privato”. Ai medici ospedalieri è permessa la libera professione in ospedale, ora affidato a un direttore generale con contratto di diritto privato. La possibilità per tutti di godere dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) incontra difficoltà e tempi lunghi di attuazione. Arrivano i ticket, e le code, che spingono il malato a rinunciare alle cure o a rivolgersi al privato.

LA SANITA’ PUBBLICA PERDE PEZZI

Dal 2010 al 2019 ha perso: 37 miliardi di finanziamento, 173 ospedali, 837 strutture di assistenza specialistica ambulatoriale, 276 di assistenza territoriale pubblica (quella privata aumenta di 2.459). Perde 42.380 dipendenti, di cui 12.506 medici (- 4,8%) e infermieri (- 2,8%). Calano, e mancano, i medici di base; aumenta il loro carico di lavoro e l’assistenza diminuisce.

Calano i posti letto pubblici e privati: da 530.000 (1981) a 245.000 (2010) a 215.000 (2016). Calano di meno nel “privato”, che anzi aumenta le sue strutture in tutti i settori, specie in quelli più remunerativi ( assistenza residenziale-RSA; semiresidenziale-diurna; riabilitazione). I letti di terapia intensiva sono ad oggi 8,5 per 100.000 abitanti contro i 14 standard previsti. Diminuiscono gli ambulatori specialistici territoriali. La spesa sanitaria pro capite pubblica e pro capite totale è sotto la media europea . Aumenta la spesa sanitaria diretta delle famiglie. Il ridimensionamento della sanità pubblica e le “liste di attesa” procurano clienti al settore privato, convenzionato e non.

LA SANITA’ LOMBARDA: GALLINA DALLE UOVA D’ORO PER IL PRIVATO

La privatizzazione arriva con le Leggi Regionali 31/97 (Formigoni) e 23/2015 (Maroni). Stabiliscono “parità di diritti e doveri” tra il Servizio Sanitario Pubblico e quello privato. Ad ambedue indifferentemente rimborsano i servizi prestati ai cittadini, i quali ne usufruiscono con “ scelta libera”, in realtà orientata verso il “privato” dalle “liste di attesa”. I rapporti “pubblico”-“privato” sono regolati sulla carta dal “principio di sussidiarietà”, che in realtà non produce collaborazione alla pari, ma rende il “pubblico” un supporto del “privato”. Infatti il “privato” non ha “obbligo di cura del malato” come il “pubblico”. Può scegliere e mettere a contratto con la Regione i settori e le prestazioni sanitarie più remunerativi e ben pagati ( cardiologia, cardiochirurgia, ortopedia…). Al “pubblico” restano gli interventi molto costosi e rischiosi, o molto comuni e poco remunerativi (emorragie cerebrali, leucemie,..calcoli, aborti, appendiciti…). Tant’è che, su 500 tipi di interventi, il “privato fa metà del suo fatturato con 25 prestazioni, il “pubblico” con 43. E così gli ospedali pubblici lavorano in perdita (Policlinico Mi 44 milioni; Papa Giovanni Bg 44 milioni; Civili Bs 87 milioni). Quelli privati fanno utili (S. Donato 27 milioni; Humanitas 66,9..).

Al 20/02/2020 il “privato” gestiva 7586 posti letto contro 28.384 del “pubblico” (allora da solo in prima linea contro Covid 19). Intascava 6,6 miliardi di Euro sui 17,5 della spesa totale sanitaria regionale. Oggi intercetta il 35% della spesa regionale per gli ospedali e il 40% di quella per la specialistica ambulatoriale. Quanto a strutture sanitarie, prescindendo dal numero dei posti letto, in alcune province per alcune specialità il sorpasso del “privato” sul “pubblico” è avvenuto da anni.

L’ultimo grande tentativo di privatizzazione della Sanità lombarda, per ora fallito, è la consegna ai “privati” della cura dei malati cronici, che vale il 70% della spesa sanitaria regionale.

Intanto la Riforma Moratti (PdL 187- nov. 2021) va oltre anche “la parità dei diritti e doveri” tra “pubblico” e “privato” (LR 33/97). Ne stabilisce addirittura “ l’equivalenza e l’integrazione nel Servizio Sanitario Regionale” e dà al “privato” la possibilità di “ concorrere alla istituzione delle Case e Ospedali di Comunità” previste dalla Riforma nazionale (PNRR) in attuazione.

Che succederà se la Regione otterrà l’”autonomia regionale differenziata” per la Sanità chiesta al Governo, e riesumata di recente da Draghi? Per saperne di più… partecipiamo all’assemblea di giovedì 2 dicembre, alle ore 20.30 presso l’Auditorium del Centro Civico San Bernardino a Caravaggio

A CURA DI SINISTRA per CARAVAGGIO e RIFONDAZIONE COMUNISTA Circolo di CARAVAGGIO



CASA: tutto come prima e perfino peggio di prima?Bergamo, sabato 30 ottobre, ore 15.30 Piazza Matteotti, presidio-manifestazione “Sfratti zero, per il diritto alla casa”

Da Unione Inquilini Bergamo. Rifondazione Comunista aderisce, partecipa e invita a partecipare

Comunicato stampa

Dal 1990 l’Italia è l’unico Paese in Europa in cui i salari sono diminuiti, un dato che mostra come l’attacco alle condizioni di vita e di lavoro sia stato in Italia continuativo e micidiale. Mentre si intravede una lenta e incerta fuoriuscita dalla pandemia, padronato e governo – con le scelte su licenziamenti, sfratti, pensioni, bollette e quant’altro – mostrano di voler proseguire imperterriti con il massacro sociale più che trentennale.
Sabato 30 ottobre a Bergamo saremo in piazza per dire che non ci stiamo più e lo facciamo a partire dal diritto alla casa, chiamando in causa governo ed enti locali per dire che così non si può andare avanti, ma serve invece una profonda svolta per dare risposte sempre più improrogabili.
Diciamo innanzitutto, in sintonia con la campagna internazionale “sfratti zero” che cade l’ottobre di ogni anno, che occorre fermare la ripresa dell’esecuzione degli sfratti definendo finalmente un tavolo istituzionale che garantisca il passaggio da casa a casa a tutte le famiglie incorse nelle procedure di sfratto per morosità incolpevole.
E’ scandaloso che fra tante case vuote – private ma anche pubbliche – ci siano persone e famiglie che finiscono e rischiano di finire in strada.!
E’ poi incredibile che – a fronte dei fondi straordinari (PNRR) previsti – solo briciole siano riservate per incrementare il patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica (a canone sociale) che ci vede agli ultimi posti in Europa malgrado i bisogni insoddisfatti sempre più consistenti, perché un numero crescente di famiglie, lavoratori e cittadini non ce la fa a stare nel mercato della casa.
E’ tempo infatti, non solo di sostenere le famiglie che non ce la fanno più con l’affitto, ma anche di una nuova legge sui canoni; ed occorre fermare gli ultimi massicci incrementi delle bollette luce e gas che rendono il caro casa insostenibile.
Il patrimonio residenziale pubblico – per lo più risalente a parecchi decenni fa – deve essere risanato, reso efficiente dal punto di vista energetico: ma più alloggi pubblici degradati, privi di manutenzione, addirittura lasciati vuoti.
Chiediamo impegni certi non solo al governo o agli enti preposti (come l’Aler), ma anche ai tanti comuni della bergamasca che non si preoccupano di darsi gli strumenti indispensabili e peraltro già previsti dagli ordinamenti per garantire il diritto alla casa e la promozione dell’edilizia residenziale pubblica.
Ci teniamo infine a dire che la città è di tutti, pertanto anche i quartieri popolari hanno diritto all’ambiente, alla salute, agli spazi e servizi per la vita e la socialità e che non devono essere compromessi dalle speculazioni o da grandi opere calate selvaggiamente.
Unione Inquilini e le altre forze che hanno promosso il presidio-manifestazione di sabato30 ottobre (ore15.30 – piazza Matteotti davanti al Comune di Bergamo) oltre agli inquilini e ai lavoratori invitano a partecipare e portare il loro contributo le realtà sindacali, politiche e associative impegnate per il diritto alla casa.
Bergamo, 27.10.21
Per Unione Inquilini di Bergamo e provincia: la segretaria, Rita Rebecchi (tel. 380 693 3401) – Cfr. anche FaceBook Unione Inquilini Bergamo

Ancora dall’XI Congresso Prc/Se – Federazione di Bergamo. Documenti approvati – Seriate 9 ottobre 2021

Scusandoci per il ritardo

  • 1. MOZIONE DI SOLIDARIETA’ AL POPOLO CURDO

L’11 congresso provinciale Prc aderisce alla manifestazione in solidarietà del popolo Curdo che si tiene oggi a Milano. Da anni ci battiamo per la liberazione del leader del Pkk Ocalan, imprigionato da più di 20 anni nelle carceri turche. Siamo anche vicini/e alla lotta e alla Resistenza delle partigiane Curde del Rojava e alla loro esperienza federativa, socialista e democratica. La lotta del popolo Curdo è la nostra lotta e a loro esprimiamo la massima attiva e fattiva solidarietà..

(Documento approvato all’unaminità)

  • 2. MOZIONE su: Sciopero generale dell’11 ottobre, giornata “sfratti zero” e campagna caro bollette: l’adesione di Rifondazione Comunista

Le lotte in corso, dalla Gkn alla Whirlpool ad Alitalia – Itavia riportano all’attenzione del Paese l’attacco all’occupazione e ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori conseguenza delle politiche neoliberiste sostenute con lo sblocco dei licenziamenti, le ristrutturazioni (coi soldi pubblici) a spese dei lavoratori e delle lavoratrici, la non volontà di intervenire seriamente contro le delocalizzazioni.

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(09.10.21) SERIATE. XI CONGRESSO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA-FEDERAZIONE DI BERGAMO E PROVINCIA. Report

Preceduto nei mesi di settembre e ottobre dai Congressi di Circolo convocati nella varie zone (nell’ordine: Valcavallina, Seriate, Valcalepio, Dalmine e Isola, Torre Boldone e Valseriana, Bergamo città, Treviglio e Caravaggio), si è svolto ieri presso la Tensostruttura della Biblioteca Gambirasio di Seriate il nostro congresso provinciale.

La relazione introduttiva è stata tenuta dal segretario provinciale Francesco Macario (cfr. Qui).

Si sono poi susseguiti i diversi contributi delle associazioni, delle forze politiche e sociali invitate, tra cui Cgil, Anpi, Unione Inquilini, Pci, Carc, Sinistra Italiana, l’Associazione NaturalMente, la sezione Bergamo del Mas boliviano, la comunità Curda di Bergamo, la lista Sinistra per un’altra Seriate, la Sezione Bg di Italia-Cuba, l’avvocata C. Locati per il Comitato familiari delle vittime da Covid.

Il dibattito, proseguito per il resto della mattinata e nel pomeriggio, è stato concluso da Paolo Ferrero (Direzione Nazionale Prc/Se e Vicesegretario della Sinistra Europea) (cfr. Qui)

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11° Congresso Provinciale di Rifondazione Comunista – Federazione di Bergamo. Relazione del segretario Francesco Macario

Il Covid e noi (bergamaschi)

Le tesi congressuali, giustamente, affrontano per prima la vicenda che più ha colpito l’intera umanità: la crisi sanitaria, economica e sociale prodotta dalla pandemia causata dal virus SARS Covid 19. Ponendo l’accento sulle profonde contraddizioni del capitalismo e in particolare dalle forme aggressive assunte nella ormai lunga epoca dell’egemonia neoliberista. Le tesi sostengono che si tratta dell’ennesima manifestazione della crescita cumulativa del potenziale di catastrofe, come caratteristica intrinseca di un modo di produzione che pone al primo posto l’accumulazione di capitale e non i bisogni sociali.

Il virus SARS-CoV-2 ha la sua origine e si è diffuso nella realtà della globalizzazione neoliberista e nei limiti ambientali ormai raggiunti dall’attuale sistema di produzione. In particolare nell’agrobusiness globale, che sta distruggendo foreste e aree rurali, compromettendo gli ecosistemi e le specie viventi, creando monocolture industriali vettori di trasmissione di malattie lungo i circuiti del capitale.

Noi Bergamaschi ne sappiamo qualche cosa. La domanda che molti di noi si sono posti da subito quando la pandemia è esplosa drammaticamente in Val Seriana è stata: perché dalla Cina il Virus è entrato in Europa in forma così virulenta proprio a Bergamo?

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