FERMIAMO LA GUERRA! – Bergamo, domenica 27 febbraio ore 18.00, Piazzale Stazione

LA GUERRA NON È IRREVERSIBILE
DISERTIAMO! DOBBIAMO E POSSIAMO FERMARLA


Da poche ore il conflitto tra Russia e Ucraina ha assunto dimensioni catastrofiche con prospettive preoccupanti e devastanti per tutti i popoli a livello globale.

Le responsabilità non possono essere ascritte ad una sola delle parti belligeranti, sono di tutti coloro che pensano che la guerra sia un mezzo di soluzione dei contrasti. La crisi economica del sistema di produzione internazionale ha generato la rinascita dei nazionalismi (anche quello Europeo e Russo), che ha portato alla espansione delle forze militari mai vista e ora al conflitto aperto. Le ragioni del conflitto attuale vanno ricercate nella logica del profitto capitalista, portato sino ad atteggiamenti di guerra e aggressione. Una deriva che da tempo caratterizza e avvelena i rapporti e economici politici internazionali.

Fermare la guerra significa ora far tacere tutte le armi e fermarne produzione e commercio, riconoscere i diritti e le aspirazioni di tutte le popolazioni coinvolte, smobilitare gli eserciti e gli apparati di guerra e minaccia che sono stati allestiti e ampliati in questi anni a iniziare dalla NATO.

La nostra solidarietà e vicinanza va alle popolazioni ucraine che stanno subendo l’aggressione delle truppe russe, alle popolazioni del Donbass che da anni sono sotto assedio da parte delle armi ucraine nell’indifferenza del mondo occidentale, alle cittadine e ai cittadini russi che esprimono coraggiosamente la loro contrarietà all’aggressione militare e a quanti nel mondo in queste ore manifestano contro la guerra.

Rifondazione Comunista non condivide invece le manifestazioni che si schierano con una delle parti in conflitto, che issano vessilli nazionalistici, che chiedono più o meno esplicitamente di rispondere alla guerra con la guerra, con altro riarmo o ritorsioni economiche. Noi stiamo con le popolazioni che stanno subendo e subiranno in Ucraina le conseguenze militari e, nel resto del mondo, le conseguenze economiche di questo conflitto. Le guerre si fanno per gli interessi dei ricchi, ma le pagano sempre i poveri.

Per questo a Bergamo saremo in piazza domenica 27 febbraio alle 18 davanti alla stazione con i cittadini, i lavoratori, i giovani che chiedono di cessare subito il fuoco e di riaprire così una prospettiva alla diplomazia e alle ragioni della pace.

Sconfiggere le logiche di guerra, sempre disastrose per le condizioni di vita e di lavoro delle persone, in questo momento significa dire NO a Putin e dire NO alla Nato.

NÉ UN UOMO, NÉ UN SOLDO PER LA GUERRA

Bergamo, 26 febbraio 2022

Partito della Rifondazione Comunista

Federazione di Bergamo e provincia

rifondazione.bergamo@yahoo.itwww.prcbergamo.it

NO ALLA GUERRA. MOBILITIAMOCI PER LA PACE

Rifondazione Comunista condanna l’inaccettabile intervento militare russo e invita alla mobilitazione per la cessazione immediata del conflitto in Ucraina e la ricerca di una soluzione di pace.

Rifiutiamo la logica bellicista e imperialista che ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa.

Non ci arruoliamo e non mettiamo l’elmetto della NATO in testa.

Condanniamo l’invasione russa dell’Ucraina e l’espansionismo della NATO che ha deliberatamente prodotto un’escalation irresponsabile alimentando il nazionalismo ucraino e l’attacco contro le repubbliche del Donbass.

Siamo contro la guerra, senza se e senza ma. Lo eravamo quando la Nato bombardava la Serbia per imporre l’indipendenza del Kossovo e lo siamo oggi che la Russia invade l’Ucraina in nome dei diritti delle popolazioni russe del Donbass. Il conflitto tra il revanscismo nazionalista di Putin e la prepotenza imperialista statunitense rischia di precipitarci in una guerra di dimensioni mai viste e dalle conseguenze inimmaginabili.

L’Italia deve innanzitutto rifiutare qualsiasi coinvolgimento e recuperare il ruolo di pace e ripudio della guerra della nostra Costituzione. Bisogna immediatamente fermare le armi e riprendere la strada della diplomazia e del diritto internazionale.

L’unica via per la pace è quella della sicurezza comune, del rispetto degli accordi di Minsk con il riconoscimento dell’autonomia delle regioni russofone e un’Ucraina neutrale in una regione demilitarizzata. Questa aggressione, e la tensione che l’ha scatenata, avrebbe potuto essere evitata se si fosse deciso di costruire una Sicurezza Continentale Integrata come approvata nel 1990 nella cosiddetta “Carta di Parigi” dalla CSCE (oggi OSCE). Purtroppo dopo il 1991 l’Europa invece che dichiarare conclusa l’esperienza dei blocchi militari e proporre una nuova democrazia multipolare ha continuato a condividere l’esistenza della NATO in nome dell’Atlantismo, di cui l’Europa è la prima vittima.

L’Europa è stata incapace di reagire alla prepotenza degli USA che hanno boicottato la normalizzazione delle relazioni fra Ue e Russia e la creazione del gasdotto Nord stream 2, usando la NATO per fomentare tensioni e divisioni in Europa. Condanniamo la continua violazione da parte del governo di Kiev degli accordi di Minsk, la sua persecuzione nei confronti delle popolazioni di lingua russa, la sua glorificazione di criminali di guerra collaborazionisti dell’occupazione nazista e il suo sciovinismo nazionalista. Continuiamo a sperare che non sia troppo tardi per cambiare strada, e sciogliere la NATO.

La NATO si è confermata un fattore di destabilizzazione nel nostro continente, così come in Medio Oriente. Putin deve fermare il suo attacco, l’Italia e i Paesi europei devono assumere l’impegno – anche senza USA – di dire no all’allargamento dell’alleanza atlantica all’Ucraina come base per una trattativa di pace autentica.

Condanniamo l’irresponsabile sudditanza con cui il governo italiano ha fatto propria la linea della porta aperta della NATO all’Ucraina e l’invio di proprie truppe nei Paesi confinanti.

Condanniamo altresì le dichiarazioni della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha prefigurato l’allargamento della NATO, anche ai Paesi scandinavi.

Mobilitiamoci per la pace e la ripresa del dialogo. Mobilitiamoci per chiedere al governo italiano di agire nel rispetto dell’articolo 11 della Costituzione e all’Unione Europea di assumere un’iniziativa di pace autonoma dall’oltranzismo della NATO e degli USA.

Facciamo appello a un immediato cessate il fuoco e per la ripresa del negoziato che ascolti le ragioni di tutti gli attori, scongiurando una escalation dagli esiti imprevedibili.

I popoli dell’Europa costringano i governi a scegliere la via della pace e del disarmo. Siamo al fianco delle voci che in Ucraina e in Russia chiedono di fermare la guerra e i nazionalismi.

Gli ideali dell’internazionalismo socialista e comunista continuano a essere la nostra bussola in un mondo che il capitalismo precipita di nuovo nella guerra.

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra EuropeaGiovani Comuniste/i

NO WAR! Mobilitiamoci

L’allargamento della Nato ai Paesi dell’Est sarebbe “l‘errore più fatale della politica americana”, andrebbe nel senso di “infiammare le tendenze militariste”, di “ripristinare l’atmosfera della Guerra Fredda” nelle relazioni Est-Ovest. Questo l’avvertimento di George Frost Kennan pubblicato sul New York Times nel 1997. Kennan, a quel tempo, era uno dei diplomatici americani più in vista.

In barba a questo avvertimento e agli impegni presi all’atto dello sgretolamento dell’Unione Sovietica gli Usa hanno deciso di usare la loro potenza militare, senza limite alcuno, per modificare le linee di demarcazione della propria influenza, dando corso all’espansione della Nato, ad una moltiplicazione delle basi e dei presidi militari permanenti nell’Europa dell’Est e in tutte le aree del pianeta.

Cosi facendo si è acceso una miccia che è all’origine delle tendenze nazionaliste e militariste che ci sono in questo momento sia ad Est che a Ovest con una accelerazione bellica inequivocabile. Com’è stato scritto nel documento dell’ultima direzione nazionale Prc-Se “non bisogna essere simpatizzanti di Putin (e noi non lo siamo affatto) per capire che la Russia non può accettare di ritrovarsi missili e basi Nato ai suoi confini”.

C’è solo un’unica possibilità per impedire che si vada alla guerra che è quello di impedire il riarmo di intere aree del pianeta, di andare verso la loro demilitarizzazione, di mobilitarsi contro l’uso della forza militare, le azioni unilaterali.

La decisione del governo italiano di inviare truppe in assetto di guerra in Ungheria, Polonia, Ucraina è una decisione irresponsabile, in rotta di collisione con i principi della nostra Costituzione. Scendiamo in piazza, mobilitiamoci contro la guerra e i centri di dominio mondiale che puntano ad affermare il proprio diritto incontrastato alle azioni unilaterali. (Ezio Locatelli, segreteria nazionale Prc/Se)

No alla privatizzazione della sanità – Verità e giustizia per le vittime del Covid [Assemblea sospesa e rimandata]

Sabato 26 febbraio dalle 14.30, Auditorium Biblioteca civica, Via Italia 58, Seriate (BG)

SERIATE: SOSPESA L’ASSEMBLEA SUI TEMI DELLA SANITA’ E DEL COVID PREVISTA SABATO 26 FEBBRAIO C/O BIBLIOTECA CIVICA

Di fronte al gravissimo evolversi della crisi ucraina e per permettere di partecipare alle mobilitazioni contro la guerra previste nella giornata di sabato 26 febbraio, l’assemblea sui temi della salute che si doveva tenere nel pomeriggio di sabato26 febbraio presso l’auditorium della biblioteca di Seriate, VIENE SOSPESA. Data l’importanza e l’urgenza dei temi che si dovevano discutere, l’assemblea verrà riconvocata in tempi stretti e sarà nostra cura informare tempestivamente della prossima convocazione.Bergamo, 25 febbraio 2022“Coordinamento Bergamasco per il diritto alla salute ‘Dico 32’”“Tavolo della Salute Bergamo”Trasmette: Maurizio Mazzucchetti tel. 3389759975

L’assemblea è convocata per illustrare e discutere le conseguenze della legge sanitaria regionale 96/2021 approvata il 30 novembre scorso con i voti favorevoli della maggioranza di centro destra. Questa legge, che regolerà la sanità in Lombardia nei prossimi anni, è in assoluta continuità con quelle precedenti che negli ultimi 10 anni hanno sistematicamente avvantaggiato la sanità privata a discapito di quella pubblica. Inoltre, nella “nuova” legge sono di nuovo sostanzialmente assenti la programmazione socio-sanitaria territoriale, la medicina preventiva, il coinvolgimento dei territori, la tutela dell’ambiente, trascurando la tragica lezione della pandemia da covid 19, che nel 2020 ha prodotto, non lo dimentichiamo, 35000 morti in Lombardia, di cui 6000 nella Bergamasca.

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Congresso ANPI bg. Ordine del Giorno di solidarietà ai/le compagni imputati per i fatti di Lovere del maggio 2016

Congresso provinciale di ANPI Bergamo – 19 febbraio 2022Odg votato all’unanimità

Il Congresso provinciale dell’Anpi esprime solidarietà ai 10 antifascisti e alle antifasciste ingiustamente imputati/e per resistenza alle forze dell’ordine per i fatti di Lovere del maggio 2016.

Ritiene grave che gli antifascisti che manifestavano del tutto pacificamente siano stati colpiti e che ora addirittura questi passino sul banco degli imputati.

Il congresso condanna le violenze ingiustificate delle forze dell’ordine e il fatto che ai fascisti sia stato concesso di poter accedere al cimitero di Lovere dove riposano i 13 martiri e altri caduti della Brigata Garibaldi.

Il congresso stigmatizza l’atteggiamento delle forze dell’ordine che hanno senza ragione colpito, identificato e denunciato i manifestanti antifascisti, ma non hanno proceduto contro i manifestanti fascisti anche se hanno inneggiato al passato regime fascista con slogan e saluti romani, esposizioni di labari fascisti e sino a sfilare in corteo e sulle tombe dei partigiani con la bandiera di combattimento della repubblica sociale.

L’ANPI di Bergamo, con il coinvolgimento del coordinamento Antifascista dell’alto Sebino, organizzerà la partecipazione alle iniziative che verranno indette dagli organismi antifascisti territoriali sia a Lovere, per impedire un ulteriore profanazione delle tombe dei caduti partigiani, che a Rovetta, per contestare l’iniziativa provocatoria e anticostituzionale dei fascisti.

NO ALLA GUERRA IN UCRAINA; NO ALL’ESPANSIONISMO DELLA NATO

MOBILITIAMOCI PER UNA SOLUZIONE DI PACE

L’ulteriore tentativo di allargamento della NATO fino ai confini della Russia è alla base dell’escalation in Ucraina. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno sponsorizzato le forze etno-nazionaliste che hanno riabilitato come eroi nazionali i collaborazionisti col nazismo come Bandera e portato avanti politiche discriminatorie verso la popolazione di lingua russa.  

Non bisogna essere dei sostenitori di Putin per comprendere che la Russia non può accettare di ritrovarsi missili e basi NATO ai suoi confini, né può voltare le spalle alle popolazioni del Donbass a cui l’Ucraina nega persino l’autonomia prevista negli accordi di Minsk che erano stati condivisi dal consiglio di sicurezza dell’ONU.

È evidente che la neutralità dell’Ucraina e il riconoscimento dei diritti delle popolazioni delle regioni di lingua russa sono l’unica via di uscita dalla crisi, mentre Unione Europea, NATO e Usa continuano a fomentare da anni una guerra a bassa intensità nel Donbass.

Andrebbe ricordato il ruolo svolto da UE nel sostegno a Euromaidan presentata come una rivoluzione democratica.  Nonostante il palese coinvolgimento di forze neonaziste nel processo avviato nel 2014, l’Ue ha sottoscritto un accordo di associazione e di libero scambio con l’Ucraina e finanziato prestiti.

Dallo scioglimento dell’URSS, gli USA e la NATO hanno violato gli impegni assunti con Gorbaciov assorbendo i Paesi dell’Europa orientale e non è un caso che l’ex-presidente si sia schierato dalla parte di Putin, come la stessa opposizione comunista.

È interesse del nostro Paese la risoluzione pacifica della crisi e la ripresa della cooperazione con la Russia. Viceversa il Ministro degli Esteri italiano, brillando per subalternità agli Usa, ha ritirato parte del personale diplomatico da Kiev, a differenza di quanto fatto altri da altri paesi europei e dalla diplomazia Ue, mentre il “ministro della guerra” Guerini getta benzina sul fuoco con lo spiegamento di truppe, aerei, navi militari nei Paesi Baltici, in Romania e nel Mar Nero

Proprio l’Italia dovrebbe invece continuare a chiedere quella verità e giustizia finora negate su Andrea Rocchelli, assassinato il 24 maggio 2014, vicino alla città di Sloviansk, mentre documentava le condizioni dei civili intrappolati nel conflitto del Donbass.

Nessun partito nel parlamento italiano ha il coraggio di dire apertamente che la prepotenza degli Stati Uniti e della NATO anche nel caso ucraino rappresenta una minaccia per la pace, mentre è interesse dei Paesi europei stabilire con la Russia rapporti di cooperazione.  

I folli piani di destabilizzazione statunitensi hanno già prodotto una guerra di bassa intensità tra Ucraina e repubbliche autonome che dal 2014 ha causato secondo le stime 14.000 vittime.  

L’atlantismo – divenuto ideologia ufficiale di gran parte delle forze politiche – si dimostra ancora una volta il peggiore nemico della pace. L’Italia deve smettere di esserne complice andando contro i suoi stessi interessi. (Prc/Se Bergamo, 18.02.2022)

  • Contro la guerra, partecipiamo alla mobilitazione indetta nella giornata di venerdì 18 febbraio, a Bergamo, ore 18.00, PRESIDIO in Largo Porta Nuova, davanti alla banca Credito Bergamasco

#CAROBOLLETTE. DIAMO VOCE E ORGANIZZAZIONE ALLO SCONTENTO SOCIALE

di EZIO LOCATELLI, segreteria nazionale Prc/Se

Non è che l’inizio.

Dopo la riuscita dei tantissimi banchetti di raccolta firme contro il caro bollette che si sono tenuti in tutta Italia l’impegno di Rifondazione Comunista deve essere quello di allargare ulteriormente la mobilitazione contro il peggioramento della condizione di esistenza materiale, l’insostenibilità del costo della vita quotidiana per decine di milioni di persone.

Basta con la retorica della ripresa economica che pone a carico dei soli lavoratori dipendenti, dei pensionati, delle classi meno abbienti il carico della crisi economica e sociale col risultato di un aumento spaventoso delle disuguaglianze, di un ampliamento delle aree investite dalla povertà, precarietà e disoccupazione.

La centralità dell’intervento su questi temi sociali, del costo della vita in costante aumento, va sospinta in avanti nelle prossime settimane in risposta ad uno scontento popolare, ad una domanda di cambiamento oggi privi di qualsiasi risposta da parte del governo e dei poteri dominanti.

Allarghiamo l’iniziativa, organizziamo la mobilitazione sociale. Andiamo davanti ai luoghi di lavoro, nei caseggiati popolari, nelle piazze, nei mercati. Torniamo tra la gente, tra i nuovi proletari. Solo così può rinascere una nuova soggettività di sinistra di alternativa. Queste due giornate di mobilitazione siano soltanto l’inizio di un processo di costruzione di un fronte largo di lotta e di cambiamento. (E.L.)

Bergamo, sabato 12 febbraio, Piazzale della Stazione. Presidio, volantinaggio e conferenza stampa contro il carovita e il ripristino della Legge Fornero

Il Partito della Rifondazione Comunista ha promosso per sabato 12 febbraio a Bergamo (Piazza Marconi – stazione ferroviaria, dalle ore 15.00) un presidio nell’ambito della campagna contro gli aumenti delle bollette e contro il ripristino della legge Fornero, in contemporanea con analoghe iniziative in varie città del territorio nazionale.

Saremo presenti con i nostri striscioni, le bandiere e i volantini e una raccolta firme contro gli aumenti delle bollette e il carovita che colpiscono in modo durissimo i ceti popolari e i lavoratori italiani già stremati da salari e pensioni tra i più bassi d’Europa, spesso da fame, precarietà diffusissima e disoccupazione.

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Bergamo: Presidio antifascista. Nei pressi del Tribunale, lunedì 14 febbraio, ore 11,00

Lunedì  14 febbraio dalle ore 11.00 è stato convocato un Presidio Antifascista davanti al Tribunale di Bergamo (Via Borfuro), in occasione della seduta di uno dei processi che riguardano i “FATTI di LOVERE” del 28 maggio 2016 (Governo Renzi, ministro degli interni Alfano), quando le forze dell’ordine – impegnate a garantire un orrendo corteo fascista con bandiere della RSI, saluti romani e quant’altro – aggredirono a freddo le antifasciste e gli antifascisti che protestavano pacificamente e civilmente contro lo scempio, a difesa dei valori e dei principi della Costituzione.

In quella occasione il Segretario provinciale del Prc/Se Francesco Macario, un altro nostro compagno nonché un altro antifascista, furono colpiti dalla violenza poliziesca del tutto gratuita e immotivata, tanto che i nostri compagni sporsero denuncia contro i responsabili

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Documento conclusivo approvato dall’11° Congresso Regionale Prc/Se della Lombardia (Milano, 6 febbraio 2022)

L’XI Congresso regionale del Partito della Rifondazione Comunista della Lombardia si svolge in un momento di pesanti difficoltà per il mondo del lavoro, i ceti popolari, i giovani e le donne del nostro Paese gravemente colpiti dall’offensiva neoliberista sul piano del reddito e dei diritti.

Aumentano le disuguaglianze, in una sempre più crescente polarizzazione sociale, si intensificano le discriminazioni di classe, territoriali, di genere e generazionali, la precarietà si estende e pervade l’esistenza tutta, aumentano le povertà ed aumentano i lavoratori poveri, specie le lavoratrici che hanno salari molto più bassi degli uomini mentre sono costrette al doppio o triplo lavoro.

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