RIPARTE LA FESTA IN ROSSO DAL 12 AL 21 AGOSTO A TORRE BOLDONE (BG)

Dal 12 al 21 agosto a Torre Boldone (BG) nell’area feste di Viale Lombardia si terrà la Festa in Rosso di Rifondazione Comunista.

Dopo due anni di pausa forzata per via della pandemia torniamo con una programmazione ricca di significativi dibattiti politici, iniziative culturali, concerti e come sempre, alla nostra festa, tutte le sere troverete lo spazio Associazioni, bar e ristorante con ottima cucina tradizionale a prezzi popolari e molto altro.

Le feste di Rifondazione Comunista sono da sempre, oltre alla principale fonte di autofinanziamento per il nostro Partito, uno spazio politico e di socialità importante, un luogo dove compagne, compagni, persone si incontrano, si confrontano, discutono e si divertono.

Vi aspettiamo quindi tutte e tutti a partire da venerdì 12 agosto sera c/o l’Area feste di via Lombardia Torre Boldone (BG).

Presso il sito www.prcbergamo.it pubblicheremo a breve il programma completo dei dibattiti, dei concerti ed il menù.

(20.07.22) Convocazione del Comitato Politico Federale

della Federazione di Bergamo del PRC/SE

(20 luglio 2022 ore 21.00)

L’Italia in questo momento storico sta sommando gli effetti di varie crisi.

L’UE e il governo Draghi hanno risposto alle crisi con un ritorno all’austerità che colpisce pesantemente l’economia reale e le classi lavoratrici già tartassati dai precedenti aumenti delle bollette e dal carovita. Le conseguenze saranno pesanti con chiusure e/o acquisizioni di aziende da parte di gruppi esteri (vedi a Bergamo il caso “Maier Cromoplastica”), licenziamenti e nuova disoccupazione, perdita di potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, crescita delle fasce sociali impoverite. Sul piano ambientale la guerra ha dato l’occasione per rinunciare definitivamente alla transizione ecologica con il ritorno del carbone, delle trivellazioni e l’inserimento di nucleare e gas nella tassonomia europea.

Dal governo dei ”migliori” non sono arrivate risposte concrete all’emergenza sociale, al carovita, alla precarietà, ai bassi salari né alcun rilancio del ruolo del pubblico. Anzi proseguono i tagli a scuola, sanità e spesa sociale mentre aumentano le spese militari e si elargiscono enormi risorse alle imprese attraverso il PNRR. La pandemia non ha indotto alcuna svolta sostanziale nell’orientamento del governo tanto che viene rilanciata persino l’autonomia differenziata delle regioni nella versione più estrema con il ddl della ministra Gelmini, un colpo irreversibile all’unità nazionale e all’uguaglianza dei diritti che penalizza fortemente il mezzogiorno ma non solo.

Il bilancio del governo Draghi è quindi, dal nostro punto di vista, fallimentare come il complesso di una carriera costruita con la svendita del nostro paese e lo strangolamento della Grecia.

La guerra in corso e le politiche del governo Draghi, confermano che il bipolarismo è un gioco truccato e che si procede verso una democratura con governi, comunque fragili (come dimostra la recente crisi di governo) che teorizzano di non dover essere controllati dal Parlamento. Draghi anche nella scelta di dimettersi evidenzia la solita malcelata arroganza e il disprezzo per la democrazia costituzionale. Già è accaduto che altri partiti – Lega e Italia Viva – non votassero importanti provvedimenti. Perché Draghi non si è dimesso allora? Evidentemente ora usa M5S come scusa per lasciare. L’accelerazione politica in atto potrebbe quindi anche portarci in una situazione di elezioni politiche anticipate.

E’ proprio dentro il precipitare della crisi di sistema e dell’orizzonte delle possibili elezioni politiche che occorre lavorare per la costruzione di un’alternativa popolare e autenticamente di sinistra ai poli politici esistenti caratterizzati da un nuovo atlantismo militarizzato ed aggressivo che vede in prima fila PD e FdI. Questo lavoro va portato avanti a tutti i livelli, nei territori, mantenendo in ogni dove una linearità di collocazione politica.

Lavoriamo per un’alternativa popolare e pacifista a questa classe dirigente che ha impoverito il paese e ci ha portato in guerra. Il percorso verso l’Unione Popolare avviato con De Magistris e le parlamentari di ManifestA il 9 luglio è sempre più necessario. La proposta di Unità Popolare va costruita sulla base di un programma di rottura e cambiamento contrapposto alle politiche portate avanti dalle forze di maggioranza che sostiene Draghi e dal partito unico della guerra, della precarizzazione, delle privatizzazioni, della devastazione ambientale.

L’autonomia e l’alternatività rispetto ai poli esistenti – e in particolare al PD – è fondamentale per rendere evidente che proponiamo di ricostruire una sinistra popolare che propone politiche radicalmente diverse da quelle antipopolari che hanno caratterizzato il centrosinistra. Per questo ribadiamo la nostra critica non settaria ma determinata alle posizioni di quelle formazioni di sinistra e ai verdi che perseverano nell’alleanza con un PD che si identifica con il governo Draghi.

Proprio l’esempio di Melenchon e della NUPES in Francia dimostra per l’ennesima volta che una sinistra radicale può tornare ad avere dimensioni elettorali di massa sulla base di un profilo di netta distinzione dalle classi dirigenti responsabili delle politiche neoliberiste al servizio delle oligarchie economiche. Troviamo contraddittorie le dichiarazioni di entusiasmo per i risultati di Melenchon e la reiterazione dell’alleanza subalterna con i partiti che hanno un evidente profilo macroniano. Né appare assimilabile al “campo largo” italiano l’esperienza delle nostre compagne e compagni di Unidas Podemos in Spagna che pur con grandi difficoltà hanno una dimensione e un potere contrattuale ben diverso dopo una stagione di movimenti come gli “indignados” che ha cambiato negli anni scorsi i rapporti di forza. 

Dall’altro lato dopo la Pandemia e le sue pesanti conseguenze, nella consapevolezza delle nostre difficoltà e nella straordinarietà del contesto in cui ci troviamo, il partito ha deciso di avviare un percorso di rinnovamento tramite una Conferenza nazionale di Organizzazione che dobbiamo avviare urgentemente anche nella nostra federazione a tutti i livelli e che deve coinvolgere profondamente il nostro modo di essere.

E‘ questa un’importante occasione per affrontare le nostre difficoltà di fondo a cui fa cenno il documento congressuale: pensiamo solo alla scarsità di giovani e donne nella composizione del partito o alle difficoltà nel declinare oggi il ruolo storico ed un impianto politico di fondo della rifondazione comunista.

Proprio il carattere unitario di questa iniziativa, decisa dall’ultimo Congresso Nazionale, pone con questa Conferenza d’Organizzazione l’obiettivo della gestione unitaria della nostra organizzazione che si deve sostanziare in un’attitudine all’innovazione in direzione di un maggior radicamento del partito nelle lotte sociali.

Radicamento a cui potremo ricominciare a lavorare concretamente a partire dalla ripresa della nostra festa provinciale a Torre Boldone.

Su questi temi viene convocato il Comitato Politico Federale della Federazione di Bergamo del PRC/SE per mercoledi 20 luglio 2022 alle ore 21.00 presso la nostra sede di Via Borgo Palazzo 84g. Sarà possibile partecipare in presenza presso la sede della federazione oppure in remoto (*) tramite le consuete modalità.

Presenzierà il compagno NELLO PATTA della segreteria nazionale.

OdG: 1 Fase politica internazionale e nazionale, la crisi del governo Draghi.

2 – Lo stato del percorso verso l’Unione Popolare.

3 – La conferenza d’Organizzazione.

4 – La festa Provinciale di Torre Boldone.

REPORT DAL CONSIGLIO COMUNALE DI BERGAMO DEL 23 MAGGIO 2022

Che c’è da dire ancora su Rimini? Ieri sera in pratica ascoltando gli oratori maschi c’è stato quasi un processo di beatificazione se non addirittura di canonizzazione del corpo degli alpini. Nel merito si è dato più peso alla mozione presentata con urgenza dalla lega per tutelare l’onore degli alpini che dell’altra che cercava di mettere in fila i fatti con un contributo narrativo di NonUnadiMeno Bergamo. Contributo usato da alcuni esponenti di lega e fratelli d’Italia come un boomerang da ritorcere contro la mozione di maggioranza.

Ieri sera ho scoperto la categoria discriminatoria dell’alpinofobia coniata dall’ineffabile Filippo Bianchi. In genere ho sentito un mare di banalità che mi hanno ricordato remote serate infuocate sempre in consiglio comunale a Bergamo allorquando si parlava di adesione alla rete Ready (che unisce le istituzioni sensibili al tema del contrasto omolesbobirransfobico) e si discuteva di diritti civili.

Ho visto gente con vestiti il cui controvalore era superiore al mio conto in banca e di molto ma con il vuoto spinto dentro. Da notare in positivo, a parte la confusa consigliera dei 5 stelle, le (poche, a dir la verità) donne che hanno preso la parola; consigliere del PD particolarmente performanti. Fatto dovuto alla presenza di supporto del pubblico, in parte. Che poi non è che si può sempre andare lì a fare il tifo. Ambiente partecipazione e futuro non pervenuto.

Ci sono stati due time out coi capigruppo per trovare una mediazione. Avvenuta al ribasso come sempre. È stato stralciato dalla mozione della maggioranza l’invito a esprimersi contro l’istituzione del 26 gennaio come giorno del coraggio degli alpini in ritirata dall’URSS o quanto meno a una ricalendarizzazione per non ingolfarsi con la giornata della memoria della Shoah. Forse è sparita anche la critica allo svolgimento prossimo venturo di simili adunate.

Così tra frizzi e lazzi e frasi da bar, che in nessun conto hanno tenuto conto dell’unica cosa che valeva la pena e cioè della dignità delle donne è andata in archivio anche questa. Mozione della maggioranza ok. Mozione lega KO. Il minimo sindacale.

Bergamo stamattina si è svegliata democristiana e alpina come al solito. Che fanno tanto volontariato questi. Cara grazia. Tanti altri lo fanno. Senza toccare il culo da sbronzi alla gente! C’è ancora tanta strada da fare. Anche perché a nessuno è venuto in mente di affrontare il vero nodo della questione che è il rapporto e abuso di potere implicito in queste pratiche.

Alla fine il militarismo e il sessismo non sono stati minimamente scalfiti. Quanto manca una forza veramente progressista lì dentro. Quanta pazienza! (24.05.222, Daria)

20 MAGGIO 2022: SCIOPERO CONTRO GUERRA, CAROVITA E SPESE MILITARI


* MILANO, MANIFESTAZIONE: CONCENTRAMENTO ore 9.30 a LARGO CAIROLI
*BERGAMO, PRESIDIO davanti alla PREFETTURA (Via Tasso), ore 18.00


Rifondazione Comunista aderisce e partecipa allo sciopero generale proclamato dal sindacalismo di base “contro la guerra, l’economia di guerra e il governo della guerra”; per dire no all’invio delle armi in Ucraina e all’aumento delle spese militari; per chiedere l’aumento delle spese sociali e dei salari, il ripristino della scala mobile e un reddito di base per tutte e tutti.
L’invio massiccio di armi sempre più potenti sta determinando una drammatica intensificazione delle operazioni militari in Ucraina, aumenta i rischi di coinvolgimento di paesi vicini, di un prolungamento indefinito della guerra, di ricorso ad armi nucleari.
L’espansionismo della Nato e l’aumento delle spese militari a discapito di quelle sociali è benzina sul fuoco del conflitto in Ucraina, produce instabilità nelle relazioni politiche ed economiche mondiali già messe a dura prova avvicina il mondo al baratro di una terza guerra mondiale.
La guerra parallela, quella delle sanzioni è inutile al pari dell’invio di armi per fermare il massacro, ma produce effetti disastrosi sulle economie europee a causa dei rincari di energia e materie prime.
Le conseguenze sui ceti popolari in Italia saranno ancora più drammatiche per la combinazione di inflazione sempre più alta e politiche fiscali e monetarie recessive che produrranno disoccupazione, ulteriore perdita del valore d’acquisto dei salari delle lavoratrici e dei lavoratori e dei redditi dei ceti popolari.
Il governo Draghi infatti, mentre aumenta le spese militari taglia i fondi per la sanità e i servizi sociali, ha già avviato il rientro accelerato nei parametri europei e annuncia un’altra stagione di tagli che produrranno un ulteriore riduzione dei consumi e nuove spinte recessive sull’economia.
Nel frattempo elargisce ai lavoratori la cifra ridicola di 200 euro una tantum, mentre tocca appena gli extraprofitti delle aziende che lucrano sugli aumenti, non utilizza il gettito extra dell’iva prodotto dai rincari, continua a non tassare le grandi ricchezze; non interviene con una norma per bloccare aumenti di bollette e carburanti per salvaguardare chi specula.
Partecipiamo convintamente allo sciopero dei sindacati di base perché condividiamo i contenuti della piattaforma, perché oggi c’è bisogno di rilanciare le lotte e perché consideriamo questo un momento di un più ampio percorso di unificazione di tutti i soggetti che si oppongono alle politiche neoliberiste in un unico grande movimento per il cambiamento.
Auspichiamo che anche la CGIL decida iniziative forti come lo sciopero generale su una piattaforma di pace e giustizia sociale.
Rifondazione Comunista sarà in piazza per dire “basta guerra, no a Putin e no alla Nato” e per chiedere: il blocco degli aumenti delle bollette, prezzi calmierati sui generi di prima necessità, aumenti generalizzati di salari e pensioni, una nuova scala mobile, un salario minimo legale a 10 euro netti all’ora.

“Case e Ospedali di Comunità: un servizio pubblico, non un affare per la sanità privata”- Sabato 21 maggio, assemblea pubblica a Seriate (bg)

Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (aprile 2021) è scritto a chiare lettere che “L’obiettivo principale della Componente 1 (della missione 6 Salute) è quello di potenziare il Servizio Sanitario Nazionale, allineando i servizi ai bisogni delle comunità e dei pazienti, anche alla luce delle criticità emerse durante l’emergenza pandemica”.
Ciò nonostante, la Giunta Regionale della Lombardia vuole aprire la porta all’intervento degli operatori sanitari privati con la seguente argomentazione: “All’interno di un modello di SSR sussidiario, va approfondita la possibilità di realizzare strutture che svolgano le medesime funzioni previste dalle CDC/ODC, ma gestite da erogatori privati accreditati e di attivare forme di collaborazione fra soggetti pubblici e privati nella conduzione di tali strutture.”

Detto in altri termini, la Regione Lombardia sta cercando in tutti i modi di far entrare operatori sanitari privati accreditati in quello che ritengono un possibile nuovo business: le Case e gli Ospedali di Comunità.
Noi come Comitati bergamaschi per la Salute ribadiamo, invece, la necessità che le Case e gli Ospedali di Comunità siano a gestione pubblica, che non vengano operate chiusure e/o riduzioni di servizi delle strutture pubbliche (ad esempio l’Ospedale di San Giovanni Bianco) e che non siano affidate alle gestioni private comunque denominate (ad esempio cooperative di medici di base, ecc.) le cronicità, la diagnostica e gli esami di laboratorio.

Alla luce di questa premessa, vi invitiamo a partecipare a una assemblea pubblica in tema di Case e Ospedali di Comunità nella provincia di Bergamo sabato 21 maggio dalle 14:30 presso l’Auditorium della Biblioteca Civica a Seriate, in Via Italia 58.

Allo stato, sono previste relazioni di: Angelo Barbato (Dipartimento per la salute dell’Istituto Mario Negri di Milano e membro del Coordinamento regionale per il diritto alla salute Dico 32), Dante Goffetti (Tavolo della Salute di Bergamo), un esponente del Comitato Ospedale Vivo di San Giovanni Bianco, Marco Sironi (Consigliere comunale di “Sinistra per un’Altra Seriate); coordina Pia Panseri (Coord. Bg per il diritto alla salute).

Sono auspicati interventi dei presenti.

L’assemblea si svolgerà nel rispetto della normativa vigente in tema di prevenzione del covid 19.

Coordinamento Bergamasco per il diritto alla salute “Dico32” tel. 388 146 3481 coordsalutebg@libero.it

Tavolo della Salute di Bergamo tel. 349 396 7466 tavolodellasalutebg@libero.it

IN RICORDO DEL COMPAGNO MARIO RONCORONI

Quando un carissimo amico muore, muore un parte di te. Mario era per me una persona speciale, unica con cui confidarsi, ragionare, scherzare e giocare. Su cui poter contare soprattutto nei momenti più difficili.
Ma Mario era anche un compagno, un comunista con un profondo senso di giustizia. Quel senso che metteva nelle sue attività di volontariato e nel suo lavoro di Educatore Professionale sempre a contatto con gli ultimi, con i più indifesi. Per una vita ha lavorato con i disabili fisici e psichici. Li ha educati (dal verbo educĕre – condurre) nella ricerca di una vita migliore, nella loro emancipazione immedesimandosi al contempo nel loro sentire, nelle loro passioni, nelle loro speranze.
Proprio lì, nel mondo del sostegno all’handicap, più di 30 anni fa l’ho avuto come collega e tra noi sono nate subito una amicizia e complicità uniche, granitiche. Anche se io poi ho cambiato completamente settore di lavoro, per tantissimi anni siamo rimasti colleghi, prima a Nembro e a Gandino e poi a Dalmine.
Quanti ricordi mi affollano la mente … il nostro scherzare con battute che solo noi capivamo, le nostre passioni, le nostre confidenze, le nostre discussioni sui massimi sistemi ma anche di musica (i tuoi preferiti Genesis e De André e i miei Pfm e Guccini) e di calcio (unico argomento che ci divideva veramente, tu della Juve e io del Milan) … Mi tornano alla mente i tanti ricordi di militanza politica: manifestazioni, assemblee, attacchinaggi, volantinaggi, la stretta di mano a Landini durante uno sciopero importante della Fiom, quella volta che insieme andammo a Genova nel primo anniversario della morte di Carlo Giuliani, quando incontrammo la mamma Heidi e parlammo a lungo fraternamente con lei. E il suo rapporto stupendo con il compagno Mario Maltempi: che bello vederli parlare magari per un’ora intera fuori dalla nostra sede di Seriate dopo una lunga riunione di politica, di voglia di cambiare il mondo. Tra loro due c’era un feeling particolare e so che anche lui lo sta piangendo.
Certo caro compagno Mario, il mondo non l’abbiamo cambiato ma almeno lui non ha cambiato noi.
L’ultimo onore che Mario mi ha fatto è quello di celebrarne il matrimonio con l’ amatissima compagna di vita Ivana. La donna che più di tutto ha amato e che gli ha donato il frutto più bello: il figlio Francesco. La malattia l’aveva già colpito e provato profondamente ma in noi, in quel giorno di festa, albergava la speranza di tentare l’impossibile, di sconfiggere il mostro che lo stava divorando. Scacciavamo la paura, esorcizzavamo il male.
Non ce l’abbiamo fatta, non ce l’hai fatta amico mio Mario.
Vivrai nelle nostre lotte, sarai per sempre nel Paradiso dei nostri cuori.
Ma soprattutto, per me, vivrai nei ricordi indimenticabili e in questa sensazione di vuoto incolmabile che il tuo andartene mi lascia dentro. Ora, dopo tanta sofferenza, vola libero nell’aria Mario. E torna a noi nel vento di cambiamento di cui abbiamo tanto bisogno per costruire un mondo migliore, un altro mondo possibile, in cui tacciano il rombo delle armi, le menzogne della propaganda bellicista, gli uragani di fuoco e impoverimento che colpiscono sempre e solo i popoli e noi risentiamo nel vento di cambiamento la voce, la dolcezza, l’ironia, la forza di chi come te ci ha arricchito la vita e ora ci ha preceduto nel cammino.

Ciao compagno e amico Mario, che la terra ti sia lieve.

Ad Ivana, Francesco, Mirco, Silvia, Simone e moglie, Claudio e a tutti i famigliari va l’abbraccio più caldo e profondo.

La salma è visitabile presso l’abitazione in via Lonzo, 47 a Nembro.
Il funerale si svolgerà venerdì 20 maggio alle ore 15,00 presso la parrocchiale di Nembro.

(Marco Sironi per i compagni e le compagne di Rifondazione Comunista e di “Sinistra per un’Altra Seriate”)

LE PENE NERE

Rimini Rimini un anno dopo? Speriamo proprio di no. Almeno per le ragazze riminesi. Chissà se il genius loci felliniano avrebbe avuto il fegato di ricavarci una pellicola. Quello che è andato in scena in questi giorni sulla riviera romagnola è un qualcosa di veramente ripugnante e mostruoso. Non ci sono aggettivi migliori per descriverlo. È stata l’adunata della vergogna. E forse non è la prima. Solo che stavolta i fatti sono venuti a galla. Un’onta per il corpo degli alpini. Un’onta sanguinosa.

Il ministro della difesa Lorenzo Guerini ha in maniera sacrosanta condannato coi toni più fermi l’accaduto promettendo di fare chiarezza e di accertare le responsabilità. E ci mancherebbe altro. È doveroso. Speriamo non siano solo parole. Le centinaia di denunce raccolte dalla rete locale di Non Una Di Meno non possono passare sotto silenzio. Alcune di queste denunce sono arrivate anche ai comandi cittadini dell’arma dei carabinieri e altre forse ci arriveranno. Con buona pace dell’Ana, l’associazione nazionale alpini che nega o minimizza. Un concentrato di violenza, molestie e intimidazioni a sfondo sessuale mostruoso appunto.

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CIAO COMPAGNA RITA

Questa mattina è morta Rita Toscano, storica militante del circolo cittadino di Rifondazione Comunista e vedova del compianto compagno Mario Santini scomparso nel 2003.

Rita era una compagna generosa, molto attiva nell’organizzazione della festa provinciale del partito. Anche se negli ultimi anni, a causa delle sue precarie condizioni di salute, la sua presenza nel partito si era fatta più sporadica, era bello incontrarla durante qualche manifestazione od iniziativa politica.

Al suo compagno Emilio, ai figli Giusy e Antonio e ai suoi familiari un forte abbraccio.

Ciao compagna Rita, che la terra ti sia lieve.

Per chi volesse farle visita, la salma è alla Casa del Commiato in Via Suardi 36 a Bergamo.

Il funerale verrà celebrato lunedì 9 maggio alle ore 9 nella parrocchiale di San Paolo a Bergamo.

Le compagne e i compagni di Rifondazione Comunista – Federazione di Bergamo e provincia

PRIMO MAGGIO DI LOTTA

BERGAMO – 1° Maggio 2022. Manifestazione, concentramento alle ore 9.00 al Piazzale della Stazione (P. Marconi)

Il Primo Maggio scendiamo tutte e tutti in piazza per la Pace: contro l’aggressione di Putin all’Ucraina, per il cessate il fuoco immediato e per l’avvio di una vera trattativa che ponga fine alla guerra; contro l’espansionismo della NATO, la dissennata corsa al riarmo e l’invio di armi sempre più potenti nel teatro di guerra che, oltre ad arrecare lutti ancora più gravi al popolo ucraino, stanno spingendo sempre più l’Europa ed il Mondo verso la catastrofe.
Ma occorre anche rilanciare le lotte: per dire un secco NO al tentativo di far pagare i costi sempre più alti della guerra e delle sanzioni ai ceti popolari del nostro Paese, i cui bassissimi redditi sono stati già duramente colpiti dagli aumenti da bollette e carovita.
Chiusure di aziende e riduzione delle produzioni annunciano già un’ulteriore crescita dei disoccupati, mentre gli aumenti dei costi dell’energia e dei generi alimentari allargano la schiera delle famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese.
I salari e le pensioni vengono erosi da un’inflazione crescente, mentre padroni e governo rifiutano l’introduzione di meccanismi di indicizzazione di salari e pensioni, come avveniva prima che ci togliessero la scala mobile.
La giornata del Primo Maggio deve segnare l’inizio di una nuova grande stagione di lotte che coinvolga tutto il mondo del lavoro pubblico e privato, il mondo pacifista e tutti i soggetti sociali che pagano le conseguenze di queste scelte scellerate: pensionati, donne, studenti, giovani, migranti.
Lottiamo uniti e unite per:
o l’aumento generalizzato dei salari e delle pensioni
o un salario minimo legale di almeno 10 euro netti l’ora
o la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario
o il blocco immediato degli sfratti e degli aumenti sulle bollette
o tassa di almeno il 50% sugli extraprofitti delle aziende che lucrano sugli aumenti dei prezzi
o blocco della speculazione finanziaria sul prezzo di gas ed elettricità
o prezzi calmierati sui generi di prima necessità
o l’introduzione di una nuova scala mobile
o una tassa sulle grandi ricchezze al di sopra di 1 milione di euro
o un grande NO all’aumento delle spese militari

CONTRO IL GOVERNO DELLA GUERRA E DEL CAROVITA SCIOPERO GENERALE!

Volantino.pdf

Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea
Federazione di Bergamo e provincia

rifondazionebergamo@yahoo.it – www.prcbergamo.it
Bergamo, Via Borgo Palazzo 84/g tel. 035225034

25 APRILE – NE’ UN UOMO NE’ UN SOLDO PER LA GUERRA –

Dopo due anni di pandemia il 25 Aprile di quest’anno cade sotto l’incubo di una guerra tra due blocchi imperialisti, entrambi interni al sistema economico capitalista/liberista: guerra che, come nel 1914 e nel 1939, coinvolge l’Europa e il nostro Paese.

Condanniamo l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin che ha già causato milioni di profughi e migliaia di vittime. Diciamo NO all’espansionismo della NATO e alla volontà degli USA di alimentare una guerra per procura contro la Russia sulla pelle del popolo ucraino.

Condanniamo la scelta del governo Draghi di inviare armi e di aumentare enormemente le spese militari, mentre si tagliano ulteriormente i fondi per la sanità e la scuola, le fasce più deboli, il lavoro, i servizi pubblici.

Diciamo con chiarezza che le forze che avvallano scelte del genere non hanno più nulla a che fare con la tradizione del movimento operaio e della sinistra. La guerra la decidono i padroni e la pagano i lavoratori, come già vediamo nell’aumento del gas, della luce, della benzina e del cibo.

Oggi noi comunisti siamo in piazza, come sempre, con l’Anpi e tutte le associazioni antifasciste e pacifiste, per difendere la Costituzione nata dalla Resistenza e il ripudio della guerra sancito dall’articolo 11, per ribadire che non è con la guerra che si costruiscono la democrazia e la Pace tra i popoli.

Siamo in piazza solidali con l’ANPI, sotto attacco dei guerrafondai per aver tenuto una posizione coerente con la storia e i principi della nostra Resistenza antifascista!

Chiediamo l’immediato “cessate il fuoco”, l’apertura di serie trattative, mediate da chi non ha interessi nel conflitto, il ritiro delle truppe russe e l’avvio di un processo di pace. Chiediamo che il governo e il parlamento la smettano di tradire la Costituzione e che l’Italia assuma un ruolo di mediazione!

La Liberazione, nel ventunesimo secolo, si deve tradurre nell’impegno per il disarmo nucleare e convenzionale, nel contrasto radicale a tutti i fascismi, nazionalismi e imperialismi, nello scioglimento di blocchi militari come la NATO che alimentano i conflitti, nel rilancio del ruolo delle Nazioni Unite e del diritto internazionale.

Blocchiamo la produzione e il commercio delle armi che sono la premessa dei massacri che ogni giorno vediamo in Ucraina come in Palestina, in Siria, nel Kurdistan, nello Yemen e in decine di altre guerre dimenticate. Ci schieriamo dalla parte dei popoli e contro la guerra. Putin e la Nato sono entrambi avversari della pace e del disarmo.

La Resistenza di tanti giovani, uomini e donne, al nazifascismo, ci ha lasciato in eredità una Costituzione pacifista. Mentre rischiamo che la follia degli oligarchi dell’est e dell’ovest scateni la terza guerra mondiale, rilanciamo il motto della nostra compagna partigiana Lidia Menapace: FUORI LA GUERRA DALLA STORIA!

BUON 25 APRILE!!!

L’appuntamento a Bergamo è lunedì 25 aprile ore 9.00 al Piazzale della Stazione (P. Marconi)