IL GOVERNO MELONI È CONTRO LE LAVORATRICI E I LAVORATORI

Meloni continua con la guerra ai poveri (non alla povertà), in perfetta continuità con il suo predecessore Mario Draghi.

E lo fa con una manovra che non dà risposte al lavoro e non ha una visione delle politiche industriali; non parla di emergenza salariale e rinnovo dei contratti, contrasto alla precarietà e superamento dei voucher. Anzi.
Quella varata dal governo è una legge finanziaria che colpisce i poveri, premia gli evasori, aumenta la precarietà, non sostiene salari e redditi da lavoro e penalizza le pensioni.

Il 16 dicembre saremo quindi in piazza con le lavoratrici e i lavoratori in occasione dello sciopero generale nazionale (con articolazione regionale) proclamato dalla CGIL per opporci a questa ennesima umiliazione ai danni di chi da troppo tempo paga i costi della crisi, aggravata dalla pandemia e dalla guerra.

L’appuntamento per le compagne e i compagni del Prc sarà alle ore 15 di venerdì 16 dicembre al presidio indetto da Cgil e Uil davanti alla Prefettura di Bergamo (Via Tasso 8).

Francesco Macario – Segretario provinciale Rifondazione Comunista

Marco Sironi – Responsabile commissione lavoro Rifondazione Comunista

DECIMA BOLGIA, OTTAVO CERCHIO

E’ stato particolarmente rivelatore lo sguardo diretto in camera con cui, ancora ieri, Giuseppe Conte ha provato a negare la verità. Negare all’infinito un provvedimento da lui stesso voluto per cercare un’assoluzione impossibile. Ha fatto tornare alla mente la strategia grottesca e suicida del presidente Clinton all’epoca dello scandalo Lewinsky, solo che in quel caso si trattava di negare un’infedeltà coniugale, mentre nel caso del nostro si tratta di rimuovere una responsabilità legata a una tragedia ambientale con vittime umane.

La protervia del Conte di oggi rivela tutta la sua spregiudicatezza, alla faccia dei principi di onestà che stanno alla base del percorso di rinascita della politica voluta dal suo movimento e da lui stesso. L’avvocato del popolo sta dimostrando quali possono essere le insidie ipocrite della strategia populista in mano ad apprendisti stregoni. Oggi con la vittoria “sindacale” ottenuta alle ultime politiche intorno alla difesa del reddito di cittadinanza si dispone a incrociare le spade con Bonaccini per l’egemonia nel centro sinistra, ma ieri con tutta evidenza era disponibile, per plasmare il suo popolo, per presentarsi come il vero rappresentante dei suoi valori, a suonare una tastiera ben più ampia. Ampia sino a comprendere gli interessi più biechi e inveterati di questo Paese, quelli sintetizzabili nelle logiche del condono.

Conte nel 2018 fu in grado di riesumare in pieno la cultura della governabilità modernizzatrice, quella contraria a lacci e lacciuoli, incarnata dal famigerato duo Craxi e Nicolazzi. E’ stata la stessa Legambiente per bocca del suo presidente Ciafani a dire parole di verità su questo dopo il disastro di Ischia. Il condono voluto da Conte c’è stato ed è rintracciabile nell’ultima frase del primo comma dell’articolo 25 del cosiddetto decreto Genova. Quella frase stabilì che le pratiche di sanatoria inevase fino ad allora venissero giudicate in base al condono Craxi del 1985.

Ci fu chi provò ad opporsi a quella norma gravida di conseguenze e ne pagò le conseguenze politicamente o semplicemente venne ignorato. Paola Nugnes, allora parlamentare del M5S, venne letteralmente accerchiata dai suoi compagni per evitare che potesse presentare un emendamento soppressorio. Gregorio de Falco dovette lasciare il movimento per la sua contrarietà. Un segnale non da poco per chi volesse incominciare a tracciare un bilancio della cultura politica espressa nel tempo dai cinque stelle. Le associazioni, i rappresentanti dei costruttori, dei lavoratori edili, dei comuni colpiti dal sisma, degli architetti e dei geologi e degli studenti, che tentarono un’offensiva democratica per non vedere quella norma approvata sperimentarono la loro trasparenza di fronte alla scelta finale di Conte.

La faccia di bronzo dell’ex Presidente del Consiglio rappresenta plasticamente dunque due nodi irrisolti. Il primo riguarda la perdurante impossibilità di fare i conti con le derive delle culture politiche, sino al punto di non riuscire mai a riconnettere le parole ai fatti, in un contesto mediatico che finisce per replicare il bisogno perpetuo di nuove risposte populiste. Il secondo riguarda la costruzione di risposte politiche credibili in grado di interrompere tale avvitamento. Risposte in grado, ad esempio, di incrociare la disponibilità di quei soggetti variegati e ancora determinati, di quel popolo, che a Conte aveva chiesto udienza inascoltata prima che il condono passasse. Un cimento, credo, per Unione Popolare. (28.11.2022. Alberto Deambrogio, – Prc/Piemonte)

Alberto Deambrogio

CIAO, COMPAGNO MAURO. CI MANCHERANNO IL TUO ENTUSIASMO E LA TUA FANTASIA

Una notizia tremenda. Questa mattina, per un arresto cardiaco, è morto a soli 43 anni il nostro compagno Mauro Chiari. Una brutta malattia l’aveva colto da tempo ma era riuscito a stabilizzarla ed era convinto di poterne uscire, di sconfiggere il male che lo divorava.

Proprio sabato scorso, all’ultimo nostro banchetto, l’avevo abbracciato e con una pacca sulle spalle gli avevo detto, “Mauro guarisci perché noi ti vogliamo bene, io ti voglio bene”.

Mauro era dotato di una fervida fantasia che metteva anche nel suo impegno politico. Recentemente aveva anche creato di sua iniziativa due gruppi facebook per i compagni e le compagne che si riconoscono nel progetto di un’Altra Seriate, un città più giusta e solidale.

Di estrazione operaia, metteva in politica l’entusiasmo profondamente giovanile e un’incrollabile fede nell’ideale comunista. Fin quando è stato bene, anche sul lavoro ci metteva la faccia, sempre, nelle lotte della fabbrica e nell’impegno sindacale. La bandiera rossa era il suo vessillo, quasi il suo abito; e la falce e il martello i simboli che più amava.

Gli volevo bene, mi piaceva il suo modo non convenzionale e sincero di rapportarsi alle persone e a noi, suoi compagni e compagne di lotta. Amava tantissimo la sua compagna e i suoi figli. Molte volte portava con lui in sede e alle tante nostre iniziative suo figlio più piccolo, Samuel, di una somiglianza incredibile al suo amato papà.

Per noi Mauro non morirà mai e vivrà sempre nel Paradiso del nostro cuore.

Un abbraccio sincero alla sua compagna Natascia, alla figlia Arianna, al figlio Samuel, ai genitori e alla sorella.

  • La salma è presso la Casa del commiato in via Dante a Seriate. Il funerale si terrà lunedì 28 novembre alle ore 10,00 nella Parrocchiale di Seriate.

Marco Sironi per le compagne e i compagni di Rifondazione Comunista e di Sinistra per un’Altra Seriate

NOI LA GUERRA NON LA VOGLIAMO E NON LA PAGHIAMO

L’incancrenirsi del conflitto in Ucraina provoca gravi ripercussioni nella vita quotidiana di tutti noi.

Aumento delle bollette, degli alimentari, degli affitti, dei mutui e dei servizi. Una dinamica inflattiva che consuma i risparmi e gli stipendi, i redditi di prima non bastano più. Le stesse aziende e il commercio vacillano sotto i colpi di una situazione economica insostenibile.

Questa guerra voluta dalle classi dirigenti (i ricchi) come al solito la pagheranno i soliti (gli ultimi e i penultimi). Artigiani, commercianti, lavoratori dipendenti e pensionati vedono giorno per giorno peggiorare la qualità della loro vita. Coloro che sostenendo il conflitto, da ambo le parti, hanno generato questa situazione devono risponderne a chi ne subisce le gravi conseguenze economiche e sociali.

Due imperialismi si scontrano per ragioni geopolitiche che attengono agli interessi delle due classi oligarchiche al potere nei due blocchi contrapposti. Ma ciò è in contrasto con gli interessi dei popoli che aspirano alla pace e a una vita dignitosa. Invece oggi il conflitto macina vite umane in Ucraina e macina anche la vita di molti comuni cittadini in Europa e in Italia.

Chi ha sostenuto questo conflitto, in sfregio alla nostra Costituzione (stia oggi in minoranza o in maggioranza), ne deve rispondere al popolo italiano. Chi dall’inizio del conflitto si è schierato con una delle due parti in lotta, al posto di tentare di svolgere un ruolo di mediazione, ha compiuto una scelta sciagurata le cui devastanti conseguenze sociali si stanno per ora solo inizialmente dispiegando. Rammentiamo a tutti che il sindaco della nostra città Giorgio Gori è stato, con l’appoggio del PD, uno dei più solerti sostenitori del fronte interventista occidentale arrivando a indire manifestazioni di massa nella nostra città al fine di legittimarsi.

L’interventismo oggi lascia cadere la maschera. Dentro questo conflitto c’è chi fa lauti guadagni (multinazionali energetiche, speculatori finanziari e venditori di armi) e chi deve tirare la cinghia per arricchirli. È già successo in passato, sta succedendo ora. Chi si è piegato a queste logiche deve risponderne.

Fermiamo la guerra: non un soldo, né un soldato, né un’arma per la guerra
Vogliamo pace, lavoro e una vita dignitosa per tutte e tutti

(20.10.22, Prc/Se Bergamo e provincia)

UNIONE POPOLARE: BASTA SOLDI PER LE ARMI E PIU’ SOLDI PER LA SANITA’ PUBBLICA E LA SALUTE!


La guerra danneggia anche te: digli di smettere!

La guerra porta a galla l’incapacità della nostra classe politica di promuovere il benessere e la sanità ai propri cittadini: il governo Draghi taglia le spese per gli ospedali e il personale sanitario per inviare armi all’Ucraina, fomentando la guerra invece che promuoverne la cessazione e avviare e sostenere una soluzione diplomatica per accordi di pace.

La sanità pubblica viene sempre più privata di risorse fondamentali che, soprattutto in Lombardia, vengono dirottate al privato (il 40% del totale della spesa sanitaria regionale). Ma lo scandalo sta nel fatto che questa possibilità viene favorita dalla Regione Lombardia guidata dal centro destra (Lega, Forza Italia e soci).

Quasi 1 milione e mezzo di cittadini lombardi (su 10 milioni) oggi sono senza un medico di base. I medici di base che vanno in pensione non vengono sostituiti perché il numero chiuso per l’iscrizione alla facoltà di medicina ha causato negli anni una carenza drammatica di medici.

Le liste di attesa per analisi cliniche e visite specialistiche sono lunghe mesi o addirittura anni e per fare un esame e/o un intervento puoi essere spedito a decine di chilometri di distanza da casa tua.

Le strutture di pronto soccorso sono intasate perché la medicina territoriale è stata cancellata negli anni e la gente si rivolge appunto ai pronto soccorso; i consultori familiari sono pochi; le case della salute vengono improvvisate, sostituendo semplicemente l’insegna ad ambulatori o ospedali preesistenti, e persino date in gestione ai privati; le residenze per anziani sono tutte private, carissime, con poco personale e scarsa assistenza. Per non parlare poi di alcune prestazioni che richiedono necessariamente una prestazione privata. I dentisti, ad esempio! Perché non esiste un servizio pubblico di cure dentali?

Noi di Unione Popolare vogliamo fare l’esatto contrario di ciò che ha fatto il ceto politico negli ultimi decenni riguardo la sanità, e che continuerà a fare se non lo fermiamo. Noi vogliamo usare i soldi dei cittadini contribuenti per migliorare la salute dei cittadini non per le armi e le guerre! Noi vogliamo che la vita di tutti migliori in ogni aspetto, e la salute ne è l’aspetto principale perché non ci può essere benessere senza salute.

La Sanità Pubblica deve essere garantita e gratuita per tutti, finanziata con una tassazione progressiva in base al reddito, com’è scritto nella nostra Costituzione. Nel nostro programma uno dei temi fondamentali è proprio quello della salute, articolato nei 10 punti principali riportati di seguito in questo volantino.

Aiutateci a far sì che il diritto alla salute sia sempre garantito, di qualità e gratuito per tutte/i! Votate Unione Popolare!

***

10 proposte di Unione Popolare
per rafforzare la sanità pubblica

  1. Riunificare il Servizio Sanitario Nazionale unico per tutte le regioni, ponendo fine alla regionalizzazione della sanità, eliminando l’aziendalizzazione e tornando alle USL con controllo democratico del territorio.
  2. Assicurare una spesa pubblica nella sanità che non scenda mai sotto la media europea (7,3% del PIL), invertendo la rotta rispetto alla manovra Draghi, ed eliminando il tetto di spesa.
  3. Riorganizzare l’intera filiera della medicina territoriale (servizi di prevenzione, cura, riabilitazione e ospedalieri) investendo non solo sulle strutture ma anche per l’assunzione di personale.
  4. Aumentare i posti letto per 1000 abitanti (in Italia 3,2 nel 2017, a fronte di una media europea che supera i 5) e il personale medico e sanitario, anche per eliminare le prestazioni intra moenia e ricostruire la rete dei medici di base, raddoppiando subito il numero delle formazioni annue.
  5. Avviare un piano straordinario di assunzioni di medici e di personale per gli ospedali pubblici anche stabilizzando il personale medico, delle professioni e dei lavoratori della sanità con contratti a tempo indeterminato.
  6. Aumentare la spesa per la salute mentale (a cui dedichiamo solo il 3,5% della spesa sanitaria, contro il 13% del Lussemburgo e l’8% della Francia), visto il crescente disagio di ampie fasce della popolazione, in particolare giovani, dopo la pandemia.
  7. Lanciare un servizio di cura dentale pubblico che garantisca cure a prezzi economici, e gratuite per le fasce meno abbienti della popolazione.
  8. Fornire assistenza gratuita agli anziani non autosufficienti e un quadro normativo adeguato per la tutela e l’assistenza di tutte le forme di disabilità: aumento delle pensioni di invalidità, più risorse per assistenza domiciliare e ampliamento dei LEA (livelli essenziali di assistenza) per terapie abilitative e riabilitative.
  9. Abolire le forme di finanziamento diretto o indiretto della sanità privata, con relativo assorbimento nella sanità pubblica del personale in essa impiegata; abolire la sanità erogata dal terzo settore con fondi pubblici o con bandi finanziati con soldi pubblici.
  10. Assicurare il sostegno e finanziamento dei Consultori familiari pubblici con la piena applicazione della legge 194 in modo che le donne che decidono di abortire possano farlo nella maniera più sicura e non si vedano costrette al ritorno degli aborti clandestini.

[Il programma completo di Unione Popolare in https://unionepopolare.blog/]

A cura di Unione Popolare Bergamo– settembre 2022

PER UN GOVERNO POPOLARE, LA PACE, LA GIUSTIZIA SOCIALE E AMBIENTALE

UNIONE POPOLARE – ELEZIONI POLITICHE 2022

Un PROGRAMMA da realizzare, attuando la Costituzione antifascista,

con l’impegno di tutti, assieme al sindaco di Napoli de Magistris,

ai parlamentari di MANIFESTA, a Rifondazione Comunista,

Potere al Popolo, ai tanti già impegnati nelle lotte e nell’attività

sociale, sindacale, politica, culturale e di movimento.

L’ITALIA DI CUI ABBIAMO BISOGNO

BASTA GUERRA ! PER LA PACE E LA DEMOCRAZIA IN EUROPA E NEL MONDO

Il prezzo della guerra lo paga la povera gente, sempre: con i suoi morti, per l’aumento del costo delle materie prime, dei prodotti energetici, delle bollette, del costo della vita.

Stop produzione, commercio, invio di armi ai paesi in guerra. Impegno diplomatico per la pace in Ucraina e la distensione internazionale. Superamento della NATO. Messa al bando delle armi nucleari, in Italia e nel mondo. Stop all’aumento delle spese militari da 22 a 33 miliardi/anno. Usiamo questi soldi per i servizi sociali, la sanità, la scuola, la casa.

Costruire l’Europa dei popoli, della giustizia ambientale, sociale, economica, non più solo della moneta unica, dei vincoli finanziari, della libera circolazione di capitali e merci.

Per un mondo delle pluralità e multilaterale, contro gli imperialismi.

BASTA SALARI DA FAME, LAVORO PRECARIO, MORTI SUL LAVORO !

Salario minimo di almeno 10 € lordi/ora. Basta “lavoro povero” . Aumento generalizzato dei salari. Generalizzare il Contratto a tempo indeterminato. Abolire il Jobs act e le leggi incentivanti la precarietà. Ripristino dell’artico18. Diecimila nuovi ispettori e medici per la sicurezza del lavoro. Piena occupazione. Piano nazionale per il lavoro con massicce assunzioni (un milione) nella scuola, sanità, nei servizi pubblici. Ridurre l’orario di lavoro a parità di salario.Abolizione della legge Fornero. Pensione a 60 anni o 35 di contributi.

PER LA SICUREZZA ECONOMICA E CONTRO LA POVERTA’

I soldi ci sono. La ricchezza va redistribuita. Bloccare l’aumento delle bollette e calmierare i prezzi dei generi di prima necessità. Adeguamento automatico dei salari all’inflazione (scala mobile). Tetto duraturo al prezzo del gas. Tassare al 90% gli extra profitti delle aziende energetiche. Portare il reddito di cittadinanza da 780 a 1000€/mese; innalzare la soglia di accesso ISEE.

Pensioni minime a 1000€ al mese. Massimo delle pensioni future e del cumulo a 5000 mensili. Sostegno ai lavoratori autonomi, alle imprese che assumono giovani. Riequilibrare le disparità tra nord e sud del paese, partendo dalla spesa pubblica. Piano per l’edilizia sociale pubblica (500.000 nuovi alloggi), recuperando il patrimonio sfitto e consumo di suolo zero. Una legge seria contro la delocalizzazione delle aziende.

GIUSTIZIA FISCALE: Tassazione progressiva dei redditi. Tassa sui patrimoni oltre un milione di €. Riforma del catasto a gettito invariato per redistribuire il carico fiscale. Lotta all’evasione fiscale, No ai condoni e ai paradisi fiscali. No flat tax: favorisce i ricchi, toglie risorse ai servizi.

INVESTIRE SULL’ISTRUZIONE, NELL’UNIVERSITA’, NELLA RICERCA E NELLA CULTURA.

Basta classi pollaio e alternanza scuola lavoro. Messa in sicurezza e adeguamento degli edifici scolastici. Stabilizzazione e aumento (40.000 posti) del personale scolastico. Scuola dell’infanzia comunale o statale garantita. Abolizione della “buona scuola” di Renzi e delle riforme Gelmini –Bianchi. No al “docente esperto”. Stipendi europei agli insegnanti. Più fondi per il diritto allo studio. Riforma di scuola e università, partecipata da studenti e docenti, personale ATA e genitori. Riconoscere i diritti dei lavoratori di tutti i settori della produzione culturale e artistica.

SALVAGUARDARE I BENI COMUNI E I SERVIZI LOCALI

No alla svendita del patrimonio pubblico e alla privatizzazione dei servizi pubblici, anche quelli locali: per primi l’acqua, l’istruzione, la sanità. No alle privatizzazioni di Draghi (DDL concorrenza) e Fontana ( sanità). Ripubblicizzare il servizio idrico. Un piano per la ristrutturazione della rete idrica nazionale e un’azienda pubblica per la sua gestione. Costituire imprese pubbliche per gestire le infrastrutture fondamentali. Stop all’autonomia differenziata: penalizza le regioni povere. Garanzia dell’eguaglianza dei diritti e dell’accesso ai servizi in tutto il Paese.

RILANCIARE LA SANITA’ PUBBLICA E MIGLIORARE L’AMMINISTRAZIONE

Ricostruire un Servizio Sanitario Nazionale unico per tutte le regioni. Eliminare l’aziendalizzazione del servizio e tornare alle USL con il controllo democratico del territorio. Fermare i tagli, portare la spesa sanitaria alla media europea. Più posti letto , più medici e personale sanitario per eliminare le liste d’attesa, le prestazioni ospedaliere private, la necessità di rivolgersi ai privati.. Potenziare la medicina territoriale, la rete dei medici di base, la prevenzione. Assistenza gratuita ai non autosufficienti. Estendere le prestazioni socio sanitarie. Sottrarre i vaccini ai profitti delle multinazionali. Ritorno alla pubblica amministrazione dei servizi appaltati o esternalizzati. Ripristino del contratto a tempo pieno e indeterminato come norma.

PER UNA ECONOMIA CIRCOLARE EQUA E SOLIDALE, TRASFORMARE IL SISTEMA ENERGETICO E DEI TRASPORTI.

Nazionalizzare il settore energetico. Stop a inceneritori, fossile e nucleare. Investire su energie rinnovabili e comunità energetiche locali per l’autoconsumo. Più trasporto pubblico, elettrificato, gratuito per i non abbienti. No a grandi opere inutili e dannose. Basta autostrade e logistiche.

Intervento pubblico per ricostruire la nostra industria, favorendo un nuovo modello di sviluppo, pianificandolo e coordinandolo, investendo in ricerca applicata, nella crescita delle tecnologie rinnovabili, dell’economia circolare, riorientando l’automotive alla mobilità sostenibile.

PROTEGGERE L’AMBIENTE E SOSTENERE L’AGRICOLTURA

Rispettare l’accordo di Parigi sulle emissioni. Stop consumo di suolo. Legge di riforma urbanistica adeguata alla crisi climatica: più verde, servizi e trasporto pubblico, da elettrificare. Tutela del paesaggio. Basta prodotti usa e getta, discariche e inceneritori. Sì a compostaggio e raccolta differenziata. Meno allevamenti intensivi, tutela del benessere animale. Sostegno all’agricoltura biologica e alle pratiche agricole ecosostenibili. Rinaturare le sponde e gli ecosistemi fluviali. Riforestazione. Cura del territorio e della biodiversità. Legge sulle aree naturali protette. No pesticidi.

FAR CRESCERE I DIRITTI E LE LIBERTA’

Pari dignità delle persone, uguali diritti sociali e civili. Contrastare l’usura e la mafia, la violenza e la discriminazione contro le donne, i migranti, le diversità. Più consultori laici, centri antiviolenza, “case rifugio”. Piena applicazione della 194. Piena parità occupazionale e salariale. Pieni diritti per le persone LGBT+. Riconoscimento dell’identità di genere come autodeterminazione. Educazione sessuale nelle scuole. SI a una legge sul fine vita e sull’eutanasia legale. Basta xenofobia. SI allo Jus soli e alla cittadinanza ai figli degli immigrati. Abrogazione della Bossi Fini. Chiusura dei centri di detenzione amministrativa (CPR). Legalizzare cannabis e droghe leggere. Stop alla criminalizzazione della povertà , delle lotte sociali, ambientali, sindacali.

SI a una democrazia davvero rappresentativa, alla partecipazione popolare. NO al presidenzialismo.

ABBASSARE LE ARMI ALZARE I SALARI

https://unionepopolare.blog VOTA

[a cura Prc/Se Caravaggio e Unione Popolare Bassa Bergamasca]

FESTA in ROSSO a Quintano (Castelli Calepio). Da mercoledì 7 a domenica 11 settembre

Quintano di Castelli Calepio, Piazzale Circolo Arci, Via della Conciliazione

Verso il 25 settembre. Il programma di UNIONE POPOLARE

LEGGI IL NOSTRO PROGRAMMA

Questo è un programma diverso da quello degli altri partiti che si presentano alle elezioni del 25 settembre. È l’unico programma pacifista e contro le guerre, per la fratellanza universale, la giustizia sociale, economica ed ambientale, contro corruzioni e mafie. È un programma che considera prioritaria l’attuazione della Costituzione Italiana, e non più solo la sua difesa. È un programma che non parla a chi ha grandi ricchezze, potere e privilegi, ma al paese reale. Un programma che si occupa dei bisogni essenziali di chi lavora ogni giorno (spesso troppe ore per troppo pochi soldi), di chi vorrebbe lavorare ma il lavoro non l’ha più, di chi è preoccupato per i prezzi delle bollette che aumentano.

È un programma scritto per chi aspetta troppo tempo per essere curato, intrappolato nelle code infinite della nostra sanità maltrattata. Per chi dopo quest’estate rovente è seriamente preoccupato per la salute del pianeta e per il futuro delle nostre figlie e dei nostri figli. Per chi è contrario alla guerra, e vuole un impegno serio per una soluzione diplomatica. Per chi pensa che le enormi disuguaglianze sociali del mondo di oggi siano tanto ingiuste quanto inefficienti per l’economia. Per chi è rimasto senza lavoro a causa della chiusura o delocalizzazione di un’impresa.

Questo programma è per la maggioranza sociale del nostro paese, per costruire insieme l’Italia di cui abbiamo urgentemente bisogno e ricominciare a guardare con fiducia al futuro. È stato scritto dalla società civile con il contributo di tanti esperti, e si compone di 120 proposte organizzate in 12 capitoli:

  1. Ricompensare e rispettare il lavoro
  2. Lottare per la sicurezza economica e contro la povertà
  3. Perseguire la pace e la democrazia in Europa e nel mondo
  4. Migliorare la sanità e la pubblica amministrazione
  5. Ridare dignità all’istruzione e investire nella ricerca
  6. Fermare l’autonomia differenziata e salvaguardare i beni comuni e i servizi locali
  7. Trasformare il sistema energetico e dei trasporti per attuare una vera riconversione ecologica
  8. Proteggere l’ambiente e sostenere l’agricoltura
  9. Ricostruire la nostra industria favorendo un nuovo modello di sviluppo con al centro la cultura
  10. Tassare di meno chi ha poco e di più chi ha tantissimo
  11. Combattere contro le mafie e garantire una giustizia equa
  12. Far crescere i diritti e le libertà

Sono proposte ambiziose, ma necessarie per affrontare i problemi di lungo corso del nostro paese e le nuove emergenze degli ultimi anni. È un programma visionario e allo stesso tempo concreto, che considera prioritario il diritto alla felicità. Col sostegno dell’elettorato vogliamo aprire la strada a un’Italia più giusta che guarda al futuro: in prima linea nella lotta alla crisi climatica, per una vita degna e una società libera. Vogliamo innescare una rivoluzione culturale che metta al centro la persona e la lotta per i diritti.

Unisciti a noi, aiutaci a realizzare il programma di Unione Popolare: un’Italia migliore ci aspetta.

UNIONE POPOLARE: CANDIDATI/E Bergamo

  • CANDIDATURE CAMERA PLURINOMINALE LOMBARDIA 3 – P01 (* provincia di Bg esclusi 36 comuni della zona occidentale della provincia)

GRECO CASOTTI Aristide detto Dino, nato a Brescia il 09.07.1952 [foto]

SURIANO Simona, nata a Catania il 01.07.1978 [foto]

SIRONI MARCO, nato a Bergamo il 10/06/1962 [foto]

CARA’ SILVIA, nata a San Pellegrino Terme (Bg) il 04/12/1967 [foto]

(supplenti)

ILLIANO Federica, nata a Harrisonburg, Virginia (USA), il 28/05/1989 [foto]

SANTINI Simone, nato a Bergamo il 09/01/1994 [foto]

MAGNI Gian Maria Maddalena detta Giovanna, nata a Caravaggio (Bg) il 16/09/1949 [foto]

GATTI Marsilio, nato a Iseo (Bs) il 19/03/1955

COLLEGIO CAMERA UNINOMINALE n. 01 (* Treviglio)

MAGNI Gian Maria Maddalena detta Giovanna, nata a Caravaggio (Bg) il 16/09/1949 [foto]

COLLEGIO CAMERA UNINOMINALE n.02 (* Bergamo)

SANTINI Simone, nato a Bergamo il 09/01/1994 [foto]

COLLEGIO CAMERA UNINOMINALE 05 CIRCOSCRIZIONE LOMBARDIA 2 (* Isola, Val San Martino, Valle Imagna, Brembilla e provincia di Lecco)

LAMBERTI Raffaela, nata a Chiesa di Valmalenco (So) il 14.02.1952 [foto]

NB. Per i candidati/e di Unione Popolare del collegio camera plurinominale P02 Lombardia 2, cfr. QUI

  • CANDIDATURE SENATO PLURINOMINALE LOMBARDIA P01 (* province di Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova)

BERARDI Francesca, nata a Fano (Ps) il 26/01/1968 [foto]

DUGHI Giuseppe, nato a Brandico (Bs) il 22.08.1954

DI FRANCESCO Caterina, nata a Pescara il 09/03/1958

FILIPPINI Dario, nato a Bagnolo Mella (Bs) il 08/07/1953 [foto]

(supplenti)

PAGANI Giovanni, nato a Coccaglio (Bs) il 18.10.1956

ALGHISI Laura, nata a Manerbio (Bs) il 14/07/1979

LUISI Pierluigi nato a Putignano (Ba) il 23/07/1971

MASTRONICOLA Sara Maria, nata a Milano il 06/09/1981

COLLEGIO SENATO UNINOMINALE n. 07 (* Bergamo centro e nord)

FRATUS DARIO detto DARIA, nato a Wadenswil (CH) il 14/01/1974 [foto]

COLLEGIO SENATO UNINOMINALE n. 09 (* Zona Treviglio e Brescia sud)

ALGHISI Laura, nata a Manerbio (Bs) il 14/07/1979 [foto]

RIFLESSIONI SENZA PREGIUDIZI SU SESSUALITA’ ED HANDICAP: IL LASCITO DEL NOSTRO COMPAGNO EDO FACCHINETTI, OGGI SCOMPARSO


Il compagno Edoardo Facchinetti, per tutti/e noi Edo, anni 63, di Entratico (bg), ci ha lasciato. 

Ricordare Edo significa ricordare una persona che ha fatto del suo essere portatore d’handicap non un elemento di passività, di rassegnazione e di autocommiserazione ma una condizione da cui partire per riflettere sulle problematiche del proprio vissuto e cercare di cambiare il mondo, di renderlo più umano e a misura di tutti/e. Questo era Edo, un compagno che ha saputo lasciare un segno profondo in tematiche ancora oggi tabù, come per esempio il rapporto fra sessualità ed handicap. 

Diplomatosi Assistente Sociale alla storica scuola dell’Umanitaria di Milano, è stato negli anni ’80/’90 Presidente del Comitato bergamasco per l’abbattimento delle barriere architettoniche, dove ha condotto battaglie importanti per il riconoscimento del diritto alla mobilità dei disabili.

Memorabili le multe che gli aderenti comminavano a chi parcheggiava sui marciapiedi o nei posti riservati agli invalidi, bloccando loro la possibilità di muoversi e di vivere la città. Quelle multe simboliche, lasciate sul parabrezza delle auto, facevano riflettere i trasgressori che alla fine venivano invitati a sottoscrivere per sostenere il Comitato. Molti/e, colpiti nel vivo, riflettevano sull’errore e sottoscrivevano. 

Attivo per anni nella Uildm (Unione lotta alla distrofia muscolare), facendo parte anche del direttivo provinciale, verso la fine degli anni 80 – dopo una breve adesione ai Verdi – entra in Democrazia Proletaria con la quale poi confluirà nel 1991 in Rifondazione Comunista. Col compagno Giovanni Mazzola, scomparso dal 2010, Edo è stato tra i fondatori del Circolo Di Rifondazione della Valcavallina, nonché membro del Comitato Politico Provinciale e responsabile della Commissione Salute del PRC.

La sua militanza politica di comunista libertario ha fatto crescere in lui la consapevolezza  che lotta per i diritti dei disabili e lotta politica per trasformare l’esistente sono tutt’uno, che una alimenta l’altra. Per anni ha collaborato con l’Ufficio Diritti Cgil a sostegno delle persone più svantaggiate (migranti, disabili, ecc.), a favore degli ultimi ed è stato membro del direttivo camerale della Cgil di Bergamo.

Da sempre iscritto all’Anpi, ha partecipato a tutte le battaglie antifasciste così come a quelle antirazziste e per la pace. La sua opera fondamentale è stata appunto il lavoro sul tema “sessualità ed handicap” – tema tabù non solo nella bergamasca – che lo ha portato, in collaborazione con Rita Gay e Michele Di Bona, a scrivere il libro “Eros e disabili. Riflessioni e testimonianze” edito da “Ancora” in cui Edo si racconta.

Parlando di sè, del suo vissuto, del suo rapporto con il sesso, Edo è riuscito a far conoscere con parole semplici ma profonde un mondo ancor oggi negato e mascherato dietro un perbenismo e un conformismo asfissianti. Edo, nella sua autenticità, è riuscito a rompere quel muro, un po’ come fece Freud molti anni prima.

Eterosessualità, omosessualità, bisessualità, rapporto con l’altro sesso raccontati da un corpo che nella vulgata non dovrebbe, perché menomato, avere impulsi e desideri sessuali e amorosi come tutti/e gli/le altri/e. Ci ha fatto riflettere sul nostro essere, come normodotati, incapaci di capire e noi stessi veramente invalidi nel ritenerci unici depositari della verità. Bellissimo il suo rapporto con il fratello don Giacomo, un rapporto unico di tutta la vita. 

Concludendo, mi piace ricordare il rapporto particolare d’affetto e di amicizia che lo ha legato fino all’ultimo giorno con il compagno Bruno Ghilardi (per tutti noi affettuosamente “Bruno barba”), dietro di lui nella foto e accanto a lui ovunque, che lo ha assistito e portato in giro per l’intera provincia. Un rapporto unico: e oggi so che il nostro Bruno, che ci ha dato la triste notizia, lo sta piangendo ancor più di noi, perché per Bruno con Edo se ne va non solo un compagno ma anche un amico fraterno con cui ha condiviso dolori, speranze e passioni. 

Caro Edo, compagno fantastico, che la terra ti sia lieve. 

Per le compagne e i compagni della federazione di Bergamo e del circolo della Val Cavallina di Rifondazione Comunista
Marco Sironi