Un altro compagno ci ha lasciato. Giovanni Signorelli detto da tutti/e noi con affetto “Gianino”, storico compagno di Seriate. Anni 77, per quasi tutta la vita ha lavorato come fabbro in una azienda artigiana nel settore del maglio del rame a temperature altissime e per questo aveva una sopportazione incredibile del caldo.
Iscritto prima all’organizzazione giovanile (Fgci) del Partito Comunista Italiano e poi al partito stesso. Di impeto ribelle aderisce successivamente a Lotta Continua per tornare poi, una volta conclusasi quell’esperienza politica, al Pci. Dopo la “svolta della Bolognina” si schiera risolutamente per il no allo scioglimento del più grande partito Comunista d’occidente e aderisce a Rifondazione Comunista fin dalla sua nascita nel febbraio del 1991.
Ricordo ancora con profonda malinconia le lunghe prime riunioni a casa mia per costruire, insieme a noi compagni provenienti da Democrazia Proletaria, il circolo di Seriate di Rifondazione Comuista. Circolo che alcuni anni dopo, quando aprimmo la nostra prima sede in via Colombo, dedicammo alla memoria del compagno “Angelo Polini”.
Apr 10
CIAO COMPAGNO GIANINO, AMICO DELLA RIVOLUZIONE PORTOGHESE DEI GAROFANI
Apr 09
Paolo Ferrero: Come combattere il risorgente fascismo
La crescita della destra radicale, razzista e fascista è tornato ad essere, in larga parte del globo, un fenomeno con cui ci dobbiamo misurare quotidianamente.
In Italia, di fronte a questa ondata nera, a sinistra scatta un riflesso condizionato: il frontismo inteso come la necessità di fare un fronte comune elettorale tra tutte le forze politiche non fasciste al fine di sconfiggere il fascismo nelle urne. Qui di seguito proverò a ragionare attorno al nodo del frontismo declinato come alleanza elettorale: perché è così “naturalmente” ritenuto valido, perché al contrario non è oggi efficace ed infine alcune idee su cosa si può fare al fine di costruire una proposta politica finalizzata alla sconfitta delle destre fascistoidi.
Quando il frontismo ha vinto.
Il frontismo ha un grande appeal per una ragione validissima: nella sua versione più ampia è stato il fronte comune di tutte le forze antifasciste – sia a livello nazionale che mondiale – che ha permesso la sconfitta militare e politica del nazifascismo. Inoltre, con la stagione dei fronti popolari negli anni Trenta e la gloriosa esperienza della repubblica spagnola, l’idea stessa di fronte popolare ha assunto una grande forza evocativa con l’unità di tutto il popolo contro la disumanità dei regimi fascisti e nazisti. Il frontismo ha cioè assunto le caratteristiche di un’idea limite: quella dell’umanità che agisce in quanto tale contro chi l’umanità nega in radice. Il Fronte antifascista, oltre ad essere stato efficace nello sconfiggere i regimi nazifascisti, ha quindi anche alluso ad un nuovo umanesimo per nulla disprezzabile. L’alleanza antifascista non è stata però un fenomeno di lunga durata: non ha sopravanzato di molto la fine della guerra.
Il 5 marzo 1946, col discorso di Fulton (USA) in cui Churchill coniò l’espressione “cortina di ferro”, a tutti gli effetti dette inizio alla guerra fredda e alla nuova fase anticomunista. Il frontismo internazionale durò quindi pochi anni, quelli del conflitto, e lasciò il posto alla guerra fredda e al Maccartismo, alla caccia alle streghe. Il frontismo a livello nazionale, pur con notevoli varianti, non ebbe un esito molto dissimile. Nel maggio 1947 finisce il Terzo governo De Gasperi, e con esso l’unità nazionale espressione del fronte antifascista. La stessa unità della sinistra non durò molto tempo.
Il frontismo “largo”, quello che ha sconfitto il nazifascismo, è stato un fenomeno di breve durata, legato al carattere eccezionale di una guerra che non lasciava scampo a nessuno, da cui era impossibile sottrarsi. Il CLN, il fronte popolare antifascista, non rappresentano quindi una normalità della vita politica ma piuttosto una eccezionalità legata alla guerra contro l’umanità posta in essere dai nazisti. Per essere più precisi, penso che il frontismo sia stato un fenomeno politico – militare, e non solo politico: ha permesso di sconfiggere il regime nazifascista nella sua essenza di forza bruta, laddove non esisteva alcuna dialettica politica ma solo la possibilità di prevalere o di soccombere. In queste condizioni limite, il frontismo ha positivamente incarnato la via più efficace per sconfiggere la barbarie. Il frontismo è quindi a tutti gli effetti un mito fondatore della nostra civiltà del secondo dopoguerra: nato nella mortale lotta contro il nazifascismo ha incarnato la possibilità di un nuovo umanesimo. Una possibilità presto interrotta perché le forze espressione del capitalismo reale, dopo la parentesi della guerra, hanno rimesso al centro la loro missione fondamentale: lo sfruttamento dell’umanità in un contesto formalmente democratico.
Continua a leggereApr 05
MARCELLA CARUBIA
Abbiamo appreso la notizia della tragedia al Diavolo di Tenda dell’alpinista MARCELLA CARUBIA .
MARCELLA era sorella della nostra amica e compagna PATRIZIA che è stata candidata alle ultime elezioni regionali per Unione Popolare.
A lei e alla sua famiglia le più sentite condoglianze da parte del PRC.
Bergamo, 05.04.2023
Mar 21
(19.03.23) Prc/Se. Documento conclusivo della Conferenza di Organizzazione Lombardia
DOCUMENTO CONCLUSIVO CDO LOMBARDIA
Il documento conclusivo approvato unitariamente dalla Conferenza regionale di Organizzazione del Partito della Rifondazione Comunista /Sinistra Europea #Lombardia riunitasi il 19 marzo 2023
Mozione conclusiva della Conferenza Regionale di Organizzazione della Lombardia del Partito della Rifondazione Comunista
La Conferenza di Organizzazione regionale Lombarda si tiene in una fase nuova di crisi della globalizzazione neoliberista, dentro una guerra nel cuore dell’Europa fatta per procura fra Nato e Russia, sul corpo vivo del popolo Ucraino. Questa guerra ridisegna nel mondo poteri, alleanze, costruisce nuove subalternità ed emergenze umanitarie In ogni momento può scivolare in una guerra nucleare. Intanto vengono danneggiati i popoli d’Europa, le loro economie, le loro condizioni di vita nella assoluta impotenza della Unione Europea, annullata come soggetto politico e ridotta da alleata a colonia USA.
In Italia il governo Meloni accentua le sue connotazioni guerrafondaie e autoritarie e persegue una politica antipopolare; demolisce il reddito di cittadinanza, vara una riforma fiscale iniqua, reintroduce i vaucher, imposta politiche sull’immigrazione criminali, reprime le lotte e il dissenso. Si approfondisce la crisi di sistema e della democrazia testimoniata dal crescente astensionismo elettorale, una cesura con il 900’ e con la storia del movimento operaio, una disaffezione delle masse verso le istituzioni senza conflitto significativo e generalizzato
La Conferenza deve tenere ben presente che la riorganizzazione e il rafforzamento del Partito e dei suoi strumenti operativi, l’allargamento delle sue relazioni politiche, il suo radicamento e la sua rigenerazione devono essere all’altezza dei compiti necessari ad agire in modo efficace nel contesto sopra sintetizzato.
La Conferenza di organizzazione si svolge per deroga dopo la conferenza Nazionale Vi arriviamo dopo due campagne elettorali, quella nazionale e quella regionale che molto ci hanno impegnato. Soprattutto la seconda, necessaria per la prosecuzione di UP, molto difficile e anche gestita in solitudine e senza il sostegno condiviso di UP nazionale, ma che ci è stata molto utile ai fini di questa conferenza. Abbiamo toccato con mano nella raccolta delle firme e nella campagna elettorale capacità e debolezze del Partito, i vuoti di presenza, di relazione e di radicamento, la generosità di compagne e compagni di fronte a obiettivi quasi impossibili, ma anche come un intervento politico opportuno riapra immediatamente spazi, relazioni e sollevi aspettative, perché nella delusione e nella indifferenza popolare, sotto la passivizzazione si nasconde sopita una domanda e una speranza. Abbiamo una visione e una conoscenza più profonda e diretta del Partito, della Lombardia, dei suoi luoghi difficili, dei soggetti che si oppongono al neoliberismo, dei disastri delle gestioni del centro destra e del centrosinistra; abbiamo anche cominciato a dare un corpo concreto e una continuità a Unione Popolare, con una assemblea regionale, che ha lanciato una campagna contro la guerra e l’invito a costruire le assemblee territoriali.
Lo faremo in modo più efficace se rafforziamo il nostro Partito e se rendiamo operativi questi strumenti:
1)La campagna di tesseramento, ha un momento straordinario specifico in cui si tesserano subito gli iscritti e si propone la tessera a chi ci è vicino nelle lotte, nei movimenti, ma deve essere intesa in modo meno burocratico e rituale, il tesseramento è anche una attenzione permanente. Gli iscritti e le iscritte sono persone a ogni iscritto andrebbe dedicata cura e attenzione, momenti di discussione politica e soprattutto bisognerebbe perseguire l’obiettivo di trasformare tutti gli/le iscritti/e in compagni/e che praticano qualche forma di militanza in luoghi e istanze in cui si trovano a loro agio e possano dare un contributo.
La conquista di nuovi iscritti e la attivizzazione di tutti e tutte punta al rafforzamento della nostra presenza quantitativa, ma anche al rafforzamento qualitativo della azione politica delle nostre strutture a tutti i livelli nelle forme e nei modi necessari a quel territorio. La struttura del Comitato Regionale e poi della Assemblea Regionale sono gli strumenti adeguati per valorizzare i punti di forza, per aprire progetti e sperimentazioni, per indicare buone pratiche ed avere cura dei punti di difficoltà e di inadeguatezza.
Il rafforzamento reale può avvenire solo a due condizioni , che ci sia una reale internità ai conflitti , alle lotte, alle mobilitazioni collettive , alle pratiche di mutualismo conflittuale e che ci sia sempre l’orientamento politico chiaro accessibile a tutti e tutte, comunicato, conosciuto, discusso in tutte le istanze , con le informazioni adeguate e gli spazi necessari per discuterlo a fondo, in particolare va perseguito l’obiettivo di fare diventare patrimonio di tutti e tutte le nostre compagne e i nostri compagni l’analisi della fase, il ruolo e i compiti strategici del Partito e il ruolo di UP , la consapevolezza di fare parte del Partito della Sinistra Europea e della necessità di una alternativa in questo spazio politico. Solo così costruiremo nel tempo la ripresa di una necessaria presenza nelle istituzioni per dare voce ai conflitti e costruire l’alternativa.
L’autofinanziamento – La perdita del 2 per mille ci obbliga non solo a contribuire in modo più ampio al bilancio nazionale, ma a organizzare in modo più sistematico i momenti della raccolta fondi, le cene, le feste, l’affitto delle sedi ad altri soggetti della sinistra diffusa, e la raccolta del 5 per mille ad associazioni come SOS Diritti.
Va rilanciata la formazione, come prassi abituale del Partito, come necessità irrinunciabile dei quadri dirigenti a tutti i livelli, come progetto di accoglienza per i nuovi iscritti, quindi vanno strutturati seminari, conferenze, dibattiti, valorizzando e diffondendo la nostra rivista bimestrale “Su la Testa “
Il coinvolgimento delle nuove generazioni è uno dei nostri principali impegni. Faremo in modo di agire in sinergia con i Giovani Comunisti impegnati nella loro Conferenza di Organizzazione, ma è importante dare loro ruoli di responsabilità all’interno del Partito, costruendo una nuova leva di dirigenti che cambino la percezione esterna del PRC.
Va valorizzata e favorita la crescita di percorsi autorganizzati femministi delle compagne del PRC, a partire dalle esperienze e dalle iniziative già in essere in alcune federazioni, che devono diventare patrimonio comune e occasioni di confronto in tutto il Partito.
Poichè i vari organismi provinciali e territoriali non hanno avuto il tempo, a causa delle elezioni regionali di preparare in modo compiuto, partecipato e condiviso la trasformazione organizzativa che il nuovo statuto elaborato in modo unitario al Congresso propone alle strutture regionali ( l’Assemblea Regionale, il Piano organizzativo regionale in funzione del radicamento sociale nei territori , i circoli funzionali, i gruppi di lavoro, l’introduzione della co-rappresentanza di genere , un uso del digitale non sostitutivo della presenza fisica ma finalizzato all’ampliamento degli spazi e delle possibilità di partecipazione) diamo mandato alla Segreteria di attivarsi con il massimo impegno per la Convocazione della Assemblea regionale ……..nella quale verranno anche valutati i primi obiettivi raggiunti nei punti sopra indicati.
La Conferenza volge un caldo invito al gruppo dirigente nazionale di perseguire, nella chiarezza delle legittime e diverse posizioni e nella volontà di attuare le decisioni assunte negli organismi dirigenti, l’unità del Partito, condizione necessaria per il suo rafforzamento e radicamento nella società.
La Conferenza di Organizzazione assume la relazione del Segretario e i report dei gruppi di lavoro.
Milano, 19 marzo 2023
A questo link http://www.rifondazionelombardia.it/conferenza-di…/ tutti i materiali in formato PDF scaricabile.
Mar 13
(13.03.2023) Prc/Se. Documento approvato al Comitato Politico Nazionale del 10 e 12 marzo 2023
Lottare per la pace, contro la guerra e le politiche antipopolari, costruire l’opposizione
La strage avvenuta a Cutro ci ricorda la disumanità propria del capitalismo odierno e di chi lo rappresenta politicamente. Il sistema politico non si fa carico dei cambiamenti climatici e della necessaria ricerca di pace per risolvere ed evitare i conflitti armati, tra le cause dei flussi migratori. L’esempio più chiaro è nel cuore dell’Europa, in Ucraina, dove si avvicina a grandi passi lo scenario della terza guerra mondiale, nella totale assenza di ricerca di mediazioni capaci di arrivare al cessate il fuoco, oltre alla rimozione di ogni complessità della vicenda, come gli eventi del 2014 e le responsabilità della NATO.
Il Governo Meloni sta accentuando il suo profilo autoritario e guerrafondaio, portando alle estreme conseguenze i processi avviati da quelli precedenti: subalternità alla NATO e agli USA, politiche migratorie disumane, attacco alla scuola pubblica e alla libertà d’insegnamento, autonomia differenziata, riforma fiscale iniqua, precarizzazione del lavoro, demolizione del reddito di cittadinanza, militarizzazione del territorio e dell’immaginario. Lo schema aggrava le disuguaglianze, criminalizza la povertà e il dissenso.
In questa situazione drammatica spicca per consapevolezza, compattezza e determinazione la mobilitazione del movimento operaio francese, la cui vittoria rappresenterebbe un fatto di prima grandezza nella dinamica della lotta di classe europea. Anche in Italia, nelle ultime settimane vi sono stati alcuni segni di scongelamento della situazione politica e sociale: dalla mobilitazione antifascista di Firenze a quelle di queste ore di Piombino e Crotone. Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza a protestare contro le politiche del governo ed alimentato un pubblico dibattito.
A queste note positive fa da contraltare un apparente paradosso: a fronte di una maggioranza della popolazione italiana che si pronuncia contro la guerra e contro la fornitura di armi all’Ucraina, nonostante i nostri sforzi e l’impegno del movimento pacifista, non abbiamo una significativa mobilitazione popolare. Così come la lotta portata avanti in molte vertenze contro la chiusura di stabilimenti, e segnatamente quella dal Collettivo di Fabbrica della GKN, nonostante l’aggregazione di un significativo tessuto militante e la mobilitazione dei territori, non è stata mai raccolta come terreno di costruzione di conflitto generale da parte delle organizzazioni sindacali.
Continua a leggereMar 13
VERITA’ E GIUSTIZIA SULLA STRAGE DA COVID IN BERGAMSCA E IN ITALIA
Odg approvato all’unanimità dal Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista su inchiesta prima fase del COVID in Bergamasca. Un ringraziamento particolare a Franco Macario, segretario Prc-Se di Bergamo che ha steso e proposto l’odg
“La magistratura ha concluso la sua inchiesta sulla prima fase della pandemia Covid a Bergamo.
I magistrati hanno evidenziato, come noi di Rifondazione e i famigliari delle vittime da tempo denunciamo, la mancata adozione e il mancato aggiornamento dei protocolli già utilizzati nel 2002 e nel 2012 per contrastare prima la Sars e poi la Mers; la mancata applicazione delle fasi 1-2-3 del piano pandemico del 2006 e la scelta di non applicare, nonostante le raccomandazioni dell’Oms, il piano pandemico nazionale antinfluenzale per farne uno nuovo sulla base delle esigenze emergenziali. Accuse pesanti.
Questi interventi forse non avrebbero arginato del tutto il contagio, ma prevedevano misure di contenimento che avrebbero potuto frenarlo: mascherine, percorsi sicuri, tamponi. Così non è stato. È stata invece appurata la contraddittorietà e l’inefficacia delle disposizioni amministrative che sono state contraddittorie ed inefficienti, basta pensare a ciò che è avvenuto nell’ospedale di Alzano Lombardo o nella RSA. Decisioni politiche e amministrative che hanno fatto perdere tempo e ridotto l’incisività nel contrasto alla pandemia.
Continua a leggereMar 08
MA RYANAIR AMA BERGAMO?
Si prova una certa pena a leggere una serie di articoli che celebrano l’inaugurazione di della 4° e 5° rimessa della Ryanair all’aeroporto Caravaggio di Milano (come appare sui cartelloni dei voli nei vari aeroporti europei).
Non solo per il tono agiografico, al limite del ridicolo, che ben illustra la piaggeria di certi “giornalisti” embedded, ma soprattutto per le immagini che li correlano in cui appaiono una serie di amministratori comunali (tra cui il sindaco Gori) e della società aeroportuale SACBO in tutina aziendale della Ryanair. Un’immagine che ben chiarisce chi comanda, e chi obbedisce, in questa città, in questa provincia e forse anche oltre, vista la presenza del ministro alle infrastrutture Salvini.
Ma questo lo chiarisce già l’incipit dell’articolo del più diffuso quotidiano orobico che riporta la forte affermazione rivolta a Ryanair del ministro Salvini: “Voi continuate a investire in Italia, noi vi spalanchiamo le porte di comuni, Provincie, Regioni e Ministeri, impegnandoci a sostenere ed accompagnare lo sviluppo senza intervenire con nuove tasse”
A ragionarci su stupisce sempre che in un paese dove non ci sarebbero i soldi per cui ti fanno lavorare sino a 67 anni, in cui la sanità ormai te la devi pagare, in cui si taglia l’istruzione e i sussidi a chi è in difficoltà su lavoro e casa, poi per sostenere lo sviluppo di un’azienda privata (nel caso irlandese) i soldi (come per la guerra in Ucraina) si trovano sempre.
Ma quello che più impressiona è che nessuno riesce a spiegare le ragioni del successo del modello low cost di cui è campione Ryanair. Un successo determinato – basta una breve ricerca in rete per capirlo – da finanziamenti pubblici, sistemi aziendali discutibili (a iniziare dai rapporti contrattuali e retributivi dei dipendenti), una molto sbrigativa attenzione alle comodità dei passeggeri e alle ricadute ambientali. D’altro canto Salvini ha ben chiarito che la soluzione a tutti i problemi è la “partnership tra pubblico e privato”. Se non fossimo a Bergamo, visti i fallimenti cosmici di questo modello, declinato in chiave neoliberista, ci potremmo anche ridere sopra, ma da noi gli effetti dell’intervento del privato, voluto da Formigoni e dalla Lega, lo stiamo vedendo nel settore sanitario e lo abbiamo, fin troppo crudamente, appena misurato nell’emergenza sanitaria del Covid.
L’accento è stato invece messo sull’occupazione, sul suo contributo al PIL orobico, alla crescita del turismo (dimenticandosi di qualificarlo come turismo mordi e fuggi) e dell’università, in sostanza sul modello di sviluppo che la classe dirigente locale ha adottato, in simbiosi con lo sviluppo dell’aeroporto. Aeroporto, che ricordiamolo è all’80% utilizzato da aeromobili a marchio Ryanair e quindi da esso totalmente dipendente.
Relegate invece in secondo ordine le blande proteste di qualche amministratore preoccupato per le ricadute ambientali di questo modello di sviluppo. Certo Salvini ha chiarito che si impegnerà per realizzare una migliore sostenibilità dell’aeroporto “senza il bisogno di nuove tasse sul kerosene, la messa fuori legge delle auto a combustione interna o le penalizzazioni della logistica”, cose che tra l’altro non si capisce cosa centrino con l’aeroporto. Ora, senza disturbare la moglie ubriaca e la botte piena, si può solo costatare che Orwel non era uno scrittore, ma un profeta.
Insomma procediamo speditamente all’ulteriore e fantastico sviluppo di questo modello economico, in salsa orobica, che però annaspa in tutto il resto del mondo e i cui limiti sociali ed ambientali sono ormai sempre più tragicamente evidenti. Contraddizioni rese esplosive dall’aumento dei costi determinati dalla guerra in Ucraina e dai futuri incipienti contrasti internazionali. Una strada che non è difficile pronosticare porta verso un baratro.
Ma la classe dirigente e istituzionale di questa città (anche nelle accezioni formalmente più critiche) sembra ricambiare l’amore di Ryanair e quindi, come pifferai magici. sembra sempre più decisa a proseguire su questa via.
A noi non resta che domandarci sino a quando i cittadini si faranno ancora incantare.
Francesco Macario, Segretario provinciale PRC-UP di Bergamo
Marco Sironi, Consigliere comunale della lista “Sinistra per un’Altra Seriate”
Bergamo, 8 marzo 2023
Mar 08
MA RYANAIR AMA BERGAMO?
Si prova una certa pena a leggere una serie di articoli che celebrano l’inaugurazione di della 4° e 5° rimessa della Ryanair all’aeroporto Caravaggio di Milano (come appare sui cartelloni dei voli nei vari aeroporti europei).
Non solo per il tono agiografico, al limite del ridicolo, che ben illustra la piaggeria di certi “giornalisti” embedded, ma soprattutto per le immagini che li correlano in cui appaiono una serie di amministratori comunali (tra cui il sindaco Gori) e della società aeroportuale SACBO in tutina aziendale della Ryanair. Un’immagine che ben chiarisce chi comanda, e chi obbedisce, in questa città, in questa provincia e forse anche oltre, vista la presenza del ministro alle infrastrutture Salvini.
Ma questo lo chiarisce già l’incipit dell’articolo del più diffuso quotidiano orobico che riporta la forte affermazione rivolta a Ryanair del ministro Salvini: “Voi continuate a investire in Italia, noi vi spalanchiamo le porte di comuni, Provincie, Regioni e Ministeri, impegnandoci a sostenere ed accompagnare lo sviluppo senza intervenire con nuove tasse”
A ragionarci su stupisce sempre che in un paese dove non ci sarebbero i soldi per cui ti fanno lavorare sino a 67 anni, in cui la sanità ormai te la devi pagare, in cui si taglia l’istruzione e i sussidi a chi è in difficoltà su lavoro e casa, poi per sostenere lo sviluppo di un’azienda privata (nel caso irlandese) i soldi (come per la guerra in Ucraina) si trovano sempre.
Ma quello che più impressiona è che nessuno riesce a spiegare le ragioni del successo del modello low cost di cui è campione Ryanair. Un successo determinato – basta una breve ricerca in rete per capirlo – da finanziamenti pubblici, sistemi aziendali discutibili (a iniziare dai rapporti contrattuali e retributivi dei dipendenti), una molto sbrigativa attenzione alle comodità dei passeggeri e alle ricadute ambientali. D’altro canto Salvini ha ben chiarito che la soluzione a tutti i problemi è la “partnership tra pubblico e privato”. Se non fossimo a Bergamo, visti i fallimenti cosmici di questo modello, declinato in chiave neoliberista, ci potremmo anche ridere sopra, ma da noi gli effetti dell’intervento del privato, voluto da Formigoni e dalla Lega, lo stiamo vedendo nel settore sanitario e lo abbiamo, fin troppo crudamente, appena misurato nell’emergenza sanitaria del Covid.
L’accento è stato invece messo sull’occupazione, sul suo contributo al PIL orobico, alla crescita del turismo (dimenticandosi di qualificarlo come turismo mordi e fuggi) e dell’università, in sostanza sul modello di sviluppo che la classe dirigente locale ha adottato, in simbiosi con lo sviluppo dell’aeroporto. Aeroporto, che ricordiamolo è all’80% utilizzato da aeromobili a marchio Ryanair e quindi da esso totalmente dipendente.
Relegate invece in secondo ordine le blande proteste di qualche amministratore preoccupato per le ricadute ambientali di questo modello di sviluppo. Certo Salvini ha chiarito che si impegnerà per realizzare una migliore sostenibilità dell’aeroporto “senza il bisogno di nuove tasse sul kerosene, la messa fuori legge delle auto a combustione interna o le penalizzazioni della logistica”, cose che tra l’altro non si capisce cosa centrino con l’aeroporto. Ora, senza disturbare la moglie ubriaca e la botte piena, si può solo costatare che Orwel non era uno scrittore, ma un profeta.
Insomma procediamo speditamente all’ulteriore e fantastico sviluppo di questo modello economico, in salsa orobica, che però annaspa in tutto il resto del mondo e i cui limiti sociali ed ambientali sono ormai sempre più tragicamente evidenti. Contraddizioni rese esplosive dall’aumento dei costi determinati dalla guerra in Ucraina e dai futuri incipienti contrasti internazionali. Una strada che non è difficile pronosticare porta verso un baratro.
Ma la classe dirigente e istituzionale di questa città (anche nelle accezioni formalmente più critiche) sembra ricambiare l’amore di Ryanair e quindi, come pifferai magici. sembra sempre più decisa a proseguire su questa via.
A noi non resta che domandarci sino a quando i cittadini si faranno ancora incantare.
Francesco Macario, Segretario provinciale PRC-UP di Bergamo
Marco Sironi, Consigliere comunale della lista “Sinistra per un’Altra Seriate”
Bergamo, 8 marzo 2023
Mar 04
INCHIESTA COVID: SUI VOLI INDIRETTI DALLA CINA
Tra le disposizioni amministrative che appaiono citate nell’inchiesta Covid di Bergamo tra le principali criticità riscontrate che hanno causato il disastro noto “l’assenza di un provvedimento volto a vietare i voli INDIRETTI dalla Cina”.
Mi pare una questione centrale ma sottovalutata.
I voli indiretti dalla Cina hanno avuto un ruolo fondamentale nell’origine e diffusione del contagio, sia secondo il mio parere sia a opinione di molti nelle Valli bergamasche. Altrimenti rimane da spiegare il motivo per cui un virus cinese sia apparso con così tanta virulenza e inaspettato proprio nella Bassa Val Seriana.
Ora credo che non sia difficile ricostruire e individuare chi volava tra la Cina e Bergamo (i biglietti saranno stati pagati e fatturati da qualcuno). Peraltro gli inquirenti stessi, se muovono un’accusa ai politici in relazione all’assenza di un provvedimento volto a vietare i voli indiretti dalla Cina, significa che hanno accertato che questi voli ci sono stati.
Ma, essendo vietati i viaggi diretti tra la Cina e Bergamo, l’averli effettuati con il sotterfugio dello scalo indiretto è stato un modo per qualcuno di proseguire le proprie attività economiche senza tenere in alcun conto dei rischi sanitari che si facevano correre alla popolazione.
La conseguenza ovvia è stato il contagio poi non contenuto per l’incapacità o il servilismo della politica tutta (governativa di csx e regionale di cdx) che si è piegata alla volontà di non chiudere i siti produttivi della Val Seriana e della bergamasca.
È quindi giusto perseguire coloro che non dichiararono la zona rossa che a detta dei giudici avrebbe salvato più di 4.000 persone, ma sarebbe bene anche indagare coloro che forse ispirarono questo blocco del provvedimento e ne trassero forse vantaggio.
Ma quindi perché non appurare anche chi furono coloro che fecero questi viaggi indiretti dalla Cina e perché lo fecero probabilmente portando il contagio a Bergamo, in Italia e in Europa? Questi signori devono proprio sempre farla franca?
Borgo di Terzo/Bergamo, 04.03.2023
Francesco Cocò Macario – segretario Prc/Se della Federazione di Bergamo e provinca