Istat, Draghi a Bergamo e 6.218 morti


L’Istat ha diffuso i dati sulla mortalità riferiti a tutto il 2020, confrontati con la media del quinquennio 2015-2019, variamente disaggregati e presentati in agili tabelle interattive.

La provincia di Bergamo nel 2020 è stata quella che ha avuto il più alto aumento della mortalità (+60,6%) rispetto al quinquennio precedente; a seguire nella graduatoria altre 8 province della Lombardia, che – come risaputo – è quella che nel 2020 ha registrato la più alta variazione di mortalità (+36,6%).

La strage si concentra – e anche questo è risaputo – nei mesi di marzo e aprile. Togliendo dalle rilevazione il mese di marzo, la variazione percentuale della mortalità nella provincia di Bergamo scende a +10,6%, al di sotto della variazione a livello nazionale (+12,3%). Togliendo anche il mese di aprile dai conteggi, la provincia di Bergamo nel 2020 diventa quella che ha avuto una variazione della mortalità in negativo (-0,5%) rispetto alla media 2015-2019, collocandosi esattamente all’ultimo posto fra tutte le 107 province d’Italia.

I mesi di marzo e aprile hanno registrato a Bergamo una mortalità aggiuntiva decisamente fuori misura, terribile: 6.218 decessi in più, corrispondenti al 365,4%, rispetto alla media dei decessi di marzo e aprile del quinquennio precedente. Solo nel mese di marzo abbiamo valori assoluti e percentuali rispettivamente di 5.189 e + 575,6%!

Istat ci dice impietosamente quanto sia stata catastrofica l’esperienza della pandemia nella nostra provincia nei mesi di marzo-aprile dello scorso anno. All’origine vi sono principalmente i due eventi concatenati del pronto soccorso dell’Ospedale di Alzano (chiuso dopo la scoperta dei contagi da Covid, ma subito riaperto senza sanificazione, come abbiamo appreso in questi giorni) e soprattutto la mancata istituzione della “zona rossa” nella Bassa Valle Seriana, diversamente da quanto attuato invece a Codogno nel Lodigiano o a Vo’ nel Padovano. I dati parlano chiaro: se si fosse istituita la “zona rossa” oggi molti bergamaschi e molte bergamasche sarebbero ancora tra noi.
Qualcuno dovrebbe risponderne.

Ma domani Mario Draghi sarà a Bergamo per una blindatissima cerimonia commemorativa, ci saranno piantumazioni e lacrime, ma saranno assenti la cittadinanza e la verità.
Draghi verrà a Bergamo mentre è in corso una campagna tesa ad accreditare la tesi che sia una calunnia il fatto che Confindustria e anche alcuni singoli imprenditori abbiano fatto pressione sulla politica perché non venisse istituita la zona rossa in Val Seriana all’inizio di marzo 2020.

Sarà un altro tentativo da parte della classe dirigente – politica ed economica – di mettere una pietra tombale sulla doverosa individuazione e denuncia delle responsabilità politiche, sociali ed economiche.

Un classico, dalla fine degli anni ’60, in questo disgraziato paese!

Bergamo, 17.03.2021

Francesco Macario, segretario Prc/Se di Bergamo e provincia