LA GUERRA NON È IRREVERSIBILE
DISERTIAMO! DOBBIAMO E POSSIAMO FERMARLA
Da poche ore il conflitto tra Russia e Ucraina ha assunto dimensioni catastrofiche con prospettive preoccupanti e devastanti per tutti i popoli a livello globale.
Le responsabilità non possono essere ascritte ad una sola delle parti belligeranti, sono di tutti coloro che pensano che la guerra sia un mezzo di soluzione dei contrasti. La crisi economica del sistema di produzione internazionale ha generato la rinascita dei nazionalismi (anche quello Europeo e Russo), che ha portato alla espansione delle forze militari mai vista e ora al conflitto aperto. Le ragioni del conflitto attuale vanno ricercate nella logica del profitto capitalista, portato sino ad atteggiamenti di guerra e aggressione. Una deriva che da tempo caratterizza e avvelena i rapporti e economici politici internazionali.
Fermare la guerra significa ora far tacere tutte le armi e fermarne produzione e commercio, riconoscere i diritti e le aspirazioni di tutte le popolazioni coinvolte, smobilitare gli eserciti e gli apparati di guerra e minaccia che sono stati allestiti e ampliati in questi anni a iniziare dalla NATO.
La nostra solidarietà e vicinanza va alle popolazioni ucraine che stanno subendo l’aggressione delle truppe russe, alle popolazioni del Donbass che da anni sono sotto assedio da parte delle armi ucraine nell’indifferenza del mondo occidentale, alle cittadine e ai cittadini russi che esprimono coraggiosamente la loro contrarietà all’aggressione militare e a quanti nel mondo in queste ore manifestano contro la guerra.
Rifondazione Comunista non condivide invece le manifestazioni che si schierano con una delle parti in conflitto, che issano vessilli nazionalistici, che chiedono più o meno esplicitamente di rispondere alla guerra con la guerra, con altro riarmo o ritorsioni economiche. Noi stiamo con le popolazioni che stanno subendo e subiranno in Ucraina le conseguenze militari e, nel resto del mondo, le conseguenze economiche di questo conflitto. Le guerre si fanno per gli interessi dei ricchi, ma le pagano sempre i poveri.
Per questo a Bergamo saremo in piazza domenica 27 febbraio alle 18 davanti alla stazione con i cittadini, i lavoratori, i giovani che chiedono di cessare subito il fuoco e di riaprire così una prospettiva alla diplomazia e alle ragioni della pace.
Sconfiggere le logiche di guerra, sempre disastrose per le condizioni di vita e di lavoro delle persone, in questo momento significa dire NO a Putin e dire NO alla Nato.
NÉ UN UOMO, NÉ UN SOLDO PER LA GUERRA
Bergamo, 26 febbraio 2022
Partito della Rifondazione Comunista
Federazione di Bergamo e provincia