Consiglio Provinciale di Bergamo. Tutti insieme appassionatamente… Il draghismo in salsa orobica

Nella prima riunione del neo eletto Consiglio Provinciale sono state approvate all’unanimità (dalla Lega al Pd, passando per i moderati e per il Consigliere vicino a Fratelli d’Italia ) le linee programmatiche. Il Presidente, in modo bipartisan, ha distribuito le deleghe a quasi tutti/e i/le consiglieri/e di qualunque forza politica presente in Consiglio. Tra queste il gruppo leghista e quello dei “Civici moderati”, il primo di destra e il secondo di centro, ottengono deleghe pesanti: addirittura “Opere pubbliche ed infrastrutture” ai padani e ” Patrimonio e pianificazione scolastica”, su cui l’ente Provincia ha da sempre grandi competenze essendo proprietario o gestore di molti plessi delle scuole superiori pubbliche e dei Cfp della bergamasca, ai moderati.

Deleghe che non lasciano prefigurare nulla di buono. Ci troviamo di fronte ad un calderone indigeribile dove c’è tutto e il contrario di tutto, per accontentare e tacitare l’intero caravanserraglio politico-istituzionale.

In politica che un programma venga approvato unanimemente da destra e sinistra (o presunta tale) non è per niente un fatto positivo. In politica ci sono programmi e idee diverse che si confrontano, si scontrano e che possono trovare sintesi parziali su alcuni temi ma non su tutto. Siamo al consociativismo puro, che era già nelle corde dell’ avere un candidato unico presidente. O meglio: siamo al “draghismo” in salsa orobica, dove le forze politiche, come attori del film “tutti insieme appassionatamente”, dichiarano a parole di operare per il bene dell’intera provincia ma di fatto fanno il bene solo di qualcuno (Confindustria e potentati vari).

Siamo nel segno inequivocabile del liberismo che disegna un territorio fatto di grandi infrastrutture (come l’autostrada Bergamo/Treviglio, agognata in modo bipartisan) inutili, distruttive di ambiente, lavoro e qualità della vita. Uno sviluppo distorto che era già fallito prima del covid e che oggi, di fronte ai drammi aperti dalla pandemia e alle ingiustizie sociali che si sono aggravate, è perfino ridicolo e di cattivo gusto riproporre.

Come Rifondazione Comunista ci dissociamo pertanto da questo modo di procedere battendoci affinché venga abolita la legge Del Rio e tornino i/le cittadini/e a votare Presidente e Consiglio Provinciale su programmi ben definiti ed alternativi l’uno all’altro.

Anche questa istituzione, come tutte, necessita per vivere che vi circoli aria fresca e movimentata da un confronto vero, per non imputridire autoreferenzialmente nel chiuso di asfittiche stanze di potere sempre più lontane dal corpo vivo della società.

Per Rifondazione Comunista – commissione enti locali

Marco Sironi e Tiziano Belotti