Sabato 5 giugno il Coordinamento per il diritto alla Salute di Bergamo promuove ad Albino un banchetto con volantinaggio e conferenza stampa, in Piazza della Libertà nei pressi del Muncipio, dalle ore 10.00 alle ore 12.00.
Tale iniziativa si sarebbe dovuta svolgere sabato 29 maggio nell’ambito della giornata europea per il diritto alla salute, ma ci è stata negata l’autorizzazione per motivi burocratici.
Abbiamo scelto Albino perché la distribuzione dei vaccini nel locale hub vaccinale nell’Auditorium Cuminetti è gestita, dietro appalto della Regione, da una cooperativa privata di medici, che è stata protagonista nelle scorse settimane del clamoroso incidente che ha prodotto la il danneggiamento e la perdita di circa 1000 dosi di vaccino. (cfr. QUI)
Saremo ad Albino, oltre che per chiedere conto di quanto successo, per denunciare come le vaccinazioni di massa in corso in Lombardia vengano condotte . Infatti la loro gestione è quasi interamente demandata a strutture private (8 milioni di euro sono stati stanziati dalla Regione solo per le cooperative di medici di base), mentre i medici di medicina generale e i pediatri, pur avendo dichiarato la propria disponibilità , sono stati fino ad ora poco informati e coinvolti.
Saremo in piazza per denunciare che in Lombardia da parte pubblica si fanno pochi tamponi gratuiti, e quindi spesso si è obbligati a ricorrere a società private che li fanno a pagamento. Una situazione ben diversa invece in altre regioni.
Intendiamo poi continuare la raccolta firme ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) contro la proprietà intellettuale dei vaccini (cfr. QUI), per favorire lo sviluppo della ricerca, abbattere i prezzi e quindi rendere possibile anche nei Paesi poveri l’accesso ai vaccini senza il quale non è conseguibile – stante il rischio costante delle “varianti” – la sicurezza a livello mondiale.
Vogliamo altresì far sentire la nostra voce contro il tentativo di riconferma della legge 23 (riforma “Maroni”) che regola il Servizio sanitario in Lombardia e che ha reso molto più pesante l’impatto del Covid nella nostra regione rispetto ad altre. La Lombardia, e in particolare la bergamasca, è stata non a caso in Europa l’area più colpita dal Covid. Non abbiamo bisogno di ulteriori privatizzazioni che si sono dimostrate alla prova dei fatti disastrose; abbiamo bisogno invece di un siatema sanitario pubblico , partecipato, universale ed egualitario, garantito a tutte e tutti.
Infine vogliamo ribadire – ad un anno dalla tremenda strage che si è consumata in bergamasca – la necessità della verità e della giustizia. Lo chiedono in prima persona i famigliari delle numerose vittime che ci sono state in particolare in Valseriana. La prima udienza della loro causa (civile) al tribunale di Roma sarà a breve, il giorno 8 luglio prossimo. (cfr. per esempio QUI)
Fatti come la mancata zona rossa in Valseriana nel marzo 2020 e le pressioni degli imprenditori che ne sono state all’origine, l’assenza di un piano pandemico nazionale aggiornato o la vicenda che ha coinvolto il pronto soccorso dell’Ospedale di Alzano Lombardo l’ultima domenica del febbraio 2020 rimandano a precise responsabilità della Regione, del Governo e di tutti i principali schieramenti politici; responsabilità che vanno assolutamente chiarite fino in fondo, perché altrimenti non è pensabile per il futuro alcun cambiamento.
Chi ha sbagliato, si tratti di tecnici o politici, deve pagare; venga cioè fatta giustizia.
Nel corso del banchetto, per illustrare i contenuti dell’iniziativa, alle ore 10.30, si terrà una conferenza stampa a cui interverranno Pia Panseri, del Coordinamento per il diritto alla salute, e l’avv. Consuelo Locati, legale dei familiari delle vittime da Covid. (2 giugno 2021, Coordinamento per il Diritto alla Salute – Bergamo – www.alternainsieme.net)